Non ci sarebbe solo la Mafia dietro la strage di Capaci e via D'Amelio. Secondo il boss di Cosa Nostra, Gioacchino La Barbera, l'uomo che sistemò il tritolo in autostrada, dietro la strage ci sarebbe una regia occulta. "Fui io a dare il segnale agli altri appostati sulla collina. Ero in contatto telefonico con Nino Gioè. Sapevamo che il giudice sarebbe arrivato di venerdì o sabato... Era tutto pronto, e il cunicolo già imbottito di esplosivo. Ce lo avevo messo io, due settimane prima". Poi l'esplosione, "un boato fortissimo, una nuvola di fumo alta quasi cinquanta metri". Poi il saluto agli altri boss: "Chiusi la telefonata così: vabbè ci vediamo stasera, amuninni a mangiari 'na pizza", afferma in un'intervista a Repubblica.
Poi aggiunge: "C'era un uomo sui 45 anni che non avevo mai visto prima. Non era dei nostri. Arrivò con Nino Troia, il proprietario del mobilificio di Capaci dove fu ucciso Emanuele Piazza, un giovane collaboratore del Sisde che pensava di fare l'infiltrato". Il boss riferisce di riunioni tra esponenti mafiosi e generali, mentre Totò Riina avrebbe visto "ex ministri democristiani". E ancora: sull'omicidio del politico Dc Salvo Lima "ci fu una collaborazione dei servizi segreti. C'erano uomini dei servizi sul Monte Pellegrino", l'omicidio di Piersanti Mattarella (fratello dell'attuale presidente della Repubblica Sergio) "per quel che ne so io fu voluto dai politici", il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa "fu ucciso per fare un favore" a estranei a Cosa Nostra. E l'ultimo, inquietante messaggio al Capitano Ultimo, il carabiniere che arrestò Riina: "So che Bagarella ha messo una taglia sulla sua testa dopo l'arresto del cognato.
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