"Ho visto Angela sull'autobus" ​La testimone che riapre il caso

Una testimonianza finita nel nulla parecchi anni fa adesso riapre il caso di Angela Celentano e dà nuovo impulso alla pista messicana

"Ho visto Angela sull'autobus" ​La testimone che riapre il caso

Una testimonianza finita nel nulla parecchi anni fa adesso riapre il caso di Angela Celentano. Come riporta il Corriere circa 21 anni fa la donna segnalò di aver visto una bambina simile ad Angela su un bus. La testimone, una romana tra i 30 e i 40 anni adesso con quella segnalazione ha dato vigore alla pista che porta gli inquirenti in Messico. Infatti la bambina durante l'avvisatmento venne chimata col nome "Angelita". "Era lei, la piccola scomparsa di cui parlavano tutti. Quell’uomo la chiamava Angelita! Voleva che la seguisse e se la portò via. Quindi avevo ragione…", ha affermato la donna.

"Doveva essere settembre, a Roma faceva ancora caldo. Il caso - spiega - era successo da poco, quell’estate o la precedente. Il viso della piccola sorridente era sempre in tv e sui giornali. Ero sull’autobus che ancora porta dalla Casilina alla Tuscolana, il 558, e d’un tratto li vidi. Lui, un giovane straniero, trasandato, un po’ scuro di pelle, alto circa 1 metro e 75, era in piedi tenendosi al corrimano, mentre la bambina, abito traforato e sandaletti bianchi, capelli scuri sulle spalle, era seduta, imbronciata. Scesero sul viale che costeggia l’aeroporto di Centocelle, dove c’era il campo zingari. Osservai la scena per bene. La porta si stava aprendo e lei non voleva seguirlo. L’uomo insisteva strillandole ‘Angelita, vamos!’, fino a che la prese per una mano strattonandola e se la portò via". Poi quel collegamento con la scomparsa della bambina sul monte Faito: “La somiglianza era forte e mi colpì la diversa estrazione, non potevano essere padre e figlia". Poi la telefonata alla polizia: "Due poliziotti del commissariato di Centocelle la mattina dopo vennero a trovarmi nell’istituto di formazione dove frequentavo un corso di informatica, in via Alessandro Della Seta, per mostrarmi la foto. L’immagine era scura, su un foglio bianco, tipo fax, ma la riconobbi.

Ribadii più volte che l’uomo parlava spagnolo: avevo fatto il linguistico e gli accenti li riconoscevo bene". Infine la donna si mette nuovamente a disposizione degli inquirenti: "La mia telefonata di allora immagino sia stata registrata e sono pronta a presentarmi di nuovo alla polizia per deporre, certo".

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