I principali indagati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 settembre a Colleferro, sono concordi nel dire che si sono trovati là per caso e che non hanno colpito il 21enne. Nel carcere romano di Rebibbia sono finiti i fratelli Bianchi, Gabriele e Marco, e il loro amico, Mario Pincarelli. Francesco Belleggia è stato l’unico ad aver avuto gli arresti domiciliari dopo che aveva svelato il patto del silenzio avvenuto sul Suv nero.
Non una rissa ma una discussione
Gli indagati non avrebbero neanche parlato di una vera e propria rissa, quanto piuttosto di una discussione. Come riportato da Repubblica, Gabriele, il maggiore dei due fratelli Bianchi, al primo interrogatorio di garanzia, avvenuto l’8 settembre, avrebbe risposto in modo confuso. Addirittura avrebbe negato inizialmente di avere precedenti penali, tranne poi dire subito dopo “forse sì”. Alla richiesta del giudice di ricostruire quella tragica notte, il 26enne ha affermato: “Io, mio fratello Marco e Vittorio Tondinelli andiamo al locale Duedipicche, poi ci allontaniamo con tre ragazze. A un certo punto Michele Cerquozzi mi telefona e mi chiede di tornare là. Vediamo una rissa e ci dirigiamo verso la folla. Mentre cercavamo di capire, vedo Willy spostarsi come se fosse stato spinto. Accanto a Willy c'era un ragazzo che gesticolava e io l'ho spinto per paura che colpisse mio fratello. Non ho visto chi ha spinto Willy”.
Il giovane ha inoltre asserito di non aver avuto nessun contatto con la vittima e di averla solo vista cadere prima in ginocchio e poi per terra. Ma non saprebbe dire chi lo abbia colpito. Anche perché, come da lui stesso sottolineato, la loro auto si trovava a 15 metri di distanza. Il ragazzo è certo che attorno a Willy ci fosse anche Francesco Belleggia. Luigi Paoletti, il pubblico ministero di Velletri, sembra però non credere molto alle parole di Bianchi e chiede uno sforzo di memoria. “Ripeto, ho spinto l'amico di Willy, ma non lui. Tutto è durato pochi secondi. Non avevamo bevuto né assunto alcun tipo di droga. Alla fine siamo tornati al locale di mio fratello ad Artena...” ha ribadito l’indagato.
L'arrivo dei fratelli Bianchi
Lo stesso giorno è stato interrogato anche il fratello Marco di 24 anni, esperto di Mma, uno sport da combattimento che unisce arti marziali e pugilato. Il giovane ha raccontato di aver interrotto un rapporto sessuale vicino al cimitero a causa di una improvvisa telefonata da parte di un amico. “Ci chiama Cerquozzi per aiutarlo a Colleferro. Ha chiamato Tondinelli e mio fratello dicendo che alcuni ragazzi discutevano”.
I fratelli lasciano quindi le ragazze con cui stavano amoreggiando e tornano velocemente al risto-pub Duedipicche. “Dopo 15 minuti arriviamo là e vediamo una folla. Ho spinto Willy perché stava discutendo in gruppo, è caduto ma poi si è alzato e sono andato via. L'ho spinto con le mani, non gli ho dato un calcio al torace. Non ho dato nessun colpo, Pincarelli e Belleggia non hanno dato colpi” questa la versione del 24enne.Quattro testimoni oculari però avrebbero fornito una versione diversa. Questi avrebbero infatti detto di aver visto i fratelli Bianchi colpire Willy. I gemelli, chiamati così perché molto simili nei modi di fare e anche nel fisico, continuano ad asserire di averlo solo spinto, ma che poi si è rialzato. Neanche il terzo ragazzo interrogato, Mario Pincarelli, ha aggiunto molto di più alla versione degli altri due: “Belleggia ha discusso con un ragazzo. Ero con lui e altre persone. I fratelli Bianchi intervengono per un passaggio. Scendono dalla macchina, dicono di andare via. Io non ho nemmeno parlato con Willy. I Bianchi non hanno toccato nessuno. Io stavo cercando di mettere pace tra Belleggia e l'altro ragazzo. Dopo ci siamo visti ad Artena al locale di Alessandro, il fratello di Gabriele e Marco”. Gli inquirenti non credono però alle parole degli indagati. Piuttosto, i tre sembrano ancora seguire il copione deciso quella tragica notte a bordo del Suv, poco dopo la morte del 21enne.
Le due foto scattate quella notte
Due le foto che hanno permesso ai carabinieri di fermare i fratelli Bianchi. La prima scattata da un amico di Willy che riprende la vettura nera che se ne va dal luogo della tragedia. La seconda è stata fatta alle 3.49, quando il 21enne si trova già sull'ambulanza che lo porterà in ospedale, e si vede il suv parcheggiato con le portiere aperte e due ragazze in minigonna che parlano con gli indagati. Fondamentale la testimonianza di Belleggia che, davanti al giudice, ha raccontato la sua versione: “Willy era a poca distanza da me e Federico Zurma, un ragazzo di Colleferro con cui avevo avuto un diverbio. Arrivano i Bianchi. Marco sferra a Willy un calcio sul petto, Willy cade indietro sulla macchina. Gabriele si dirige verso l'amico di Willy e lo picchia. A quel punto è iniziata la rissa con pugni e calci, io cerco di scappare per paura.
Dicono che Pincarelli abbia dato colpi a Willy mentre era a terra, ma io non li ho visti. So solo che Pincarelli era accanto a me, e dopo l'arrivo dei Bianchi è intervenuto nella rissa. Willy? Willy non c'entrava nulla”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.