Per la prima volta in Italia, i giudici hanno riconosciuto a una coppia di donne il diritto all'adozione "incrociata" delle rispettive figlie, di 5 e 6 anni, avute grazie alla fecondazione assistita. È accaduto a Milano. A prendere la decisione la Corte d’Appello di Milano, che ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale per i minorenni.
Come risporta Il Corriere della Sera, nelle motivazioni della sentenza, si legge che: "Ove risponda all’interesse del minore e ci sia il consenso di tutti i soggetti interessati, non si comprende come possano essere posti ostacoli alla stepchild, se non per il prevalere di pregiudizi legati ad una concezione dei vincoli familiari non più rispondente alla ricchezza e complessità delle relazioni umane nell’epoca attuale".
"Le famiglie omosessuali esistono: non riconoscerle crea un danno, soprattutto ai bambini. Non c’è scritto da nessuna parte nel nostro ordinamento che per loro vivere in una famiglia omosessuale è, di per sé, pregiudizievole", spiega Ciro Cascone, procuratore capo del Tribunale per i minorenni.
Le due donne sono insieme dal 2002. Otto anni più tardi, sono andate a Bruxelles per l’inseminazione artificiale. A distanza di un anno, entrambe si sono sottoposte a fecondazione assistita, scegliendo lo stesso donatore.
Dall'ottobre del 2012 sono iscritte nel registro delle unioni civili, con il sogno di sposarsi in Spagna appena le figlie saranno maggiorenni.
Nei loro confronti, i giudici hanno dimostrato piena fiducia: "Utilizzando le favole, le mamme hanno sempre raccontato alle figlie la loro storia. Hanno trovato via via i modi per rendere ragione della particolarità della loro costellazione e per comprendere e gestire la varietà di emozioni che il confronto con tale modello può comportare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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