La parola rimpatrio, riguardante i migranti, non "è più un tabu". Lo ha ribadito il premier Matteo Renzi nel suo intervento alla Camera in vista del Consiglio Ue. "Non possiamo più avere paura del concetto di rimpatrio", aveva detto alla Camera. "Siamo in un momento nel quale in Europa si fatica a volare alto", ha osservato ancora il premier. "Siamo contenti per il fatto che l’Italia non è più sul banco degli imputati, ma la situazione economica richiede uno sforzo in più, un colpo d’ala". Così adesso il governo prova a porre rimedio al falòlimento del piano Juncker. Due voli charter alla settimana per rimpatriare gli stranieri nei Paesi d’origine con cui abbiamo già trattati in vigore. Nuovi accordi di polizia con quegli Stati africani dai quali si muove la maggior parte dei migranti. Con queste due mosse si tenta timidamente di dare risposta all'emergenza immigrazione che è ben più pesante di quanto il premier faccia credere. Il fallimento della partita con l'Ue dimostra però la debolezza del governo incapace di imporsi con gli altri Stati membri.
Dall’inizio dell’anno sono 24 i viaggi organizzati dalla polizia per riportare in patria tunisini, egiziani e nigeriani arrivati in Italia negli ultimi mesi.
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