“Mi hanno colpita con un pugno sul naso, poi hanno spaccato in due pezzi un ombrello e con la parte in ferro hanno cercato di infilzarmi al petto”. Ha la voce che trema Zang, gli occhi tristi e il tono rassegnato di chi da anni lotta per sconfiggere qualcosa e teme che ogni sforzo resti un mero, vano, tentativo di cambiare le cose. Cinque anni fa, lei e suo marito, hanno acquistato un attività in Borgo Ognissanti, a Firenze. Da quel giorno è iniziata la loro guerra. “Voglio solo lavorare tranquilla, non posso più sopportare, risse, sangue, aggressioni tra immigrati”, ci confida la signora sulla porta del suo bar in via Palazzuolo.
Era lì che si trovava domenica sera, quando quattro immigrati hanno iniziato ad importunarla. Bevevano alcune birre acquistate da un mini-market asiatico a pochi metri dal locale di Zang, seduti nel dehor della signora ad ubriacarsi tra urla e schiamazzi “Gli ho chiesto di spostarsi e mi hanno risposto che non lo avrebbero fatto”, ci spiega la titolare che si è sentita costretta a minacciarli dicendo che avrebbe chiamato la polizia. Ma i richiedenti asilo nel quartiere alle porte del centro storico nel capoluogo toscano non hanno paura delle forze dell’ordine. Ormai, da anni, quellazona sembra essere diventata casa loro. Lì, comandano loro. “Hanno iniziato a picchiarmi a rubare le birre dal mio locale, poi ad una certo punto hanno tirato fuori un ombrello e hanno cercato di colpirmi con la parte in ferro - continua Zang - mi sono accorta che era molto pericoloso e ho cercato di fermare il colpo con le mani”. Zang ha iniziato a perdere sangue, l’arma creata dagli extracomunitari le ha trafitto la mano destra. “Ricordo ancora che pioveva e all’ingresso del locale, a terra, era pieno di sangue”. Qualche passante accortosi della scena probabilmente ha chiamato il 118, ma Zang, impaurita, non è certa di chi possa esserle venuto in soccorso in quel terribile momento.
“Anche davanti agli operatori sanitari loro continuavano a picchiarmi, io sono andata al pronto soccorso, ma quando è arrivata la polizia, loro, erano già scappati” spiega la lavoratrice. Picchiano a sangue chi non li lascia violare la legge come vogliono loro, bivaccano sul ciglio della strada, spacciano tra i vicoli bui e la piazza al centro del quartiere sembra essere diventata il ring dove si consumano i regolamenti di conti tra bande di irregolari.
“Ogni due, massimo tre giorni siamo costretti ad assistere a risse e scontri”, ci racconta Zang. Lei, negli anni, è finita cinque volte al pronto soccorso. “Per non parlare delle volte in cui ho dovuto rifare il locale, sono riusciti a spaccare i frigoriferi, una volta hanno persino rotto la vetrata all’ingresso”. Gli italiani in Borgo Ognissanti sono ormai una minoranza, troppa la paura di tornare a casa la sera e finire aggrediti dagli africani fuori controllo. Persino le case della zona, ormai, sono un fardello sulle spalle dei proprietari.
“Nessuno vuole più acquistare qui, ci stanno solo gli immigrati che vivono assembrati nelle case che hanno occupato…è diventato troppo pericoloso viverci”, ci dice Paolo prima di entrare nel portone della sua vecchia casa. Anche Zang ha paura, ma ammette: “La paura non cambierà le cose”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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