Immigrazione, l'Italia chiede campi profughi in Africa

Servirebbero a fare uno screening: chi ha diritto viene distribuito in modo equilibrato nei Paesi europei, chi non lo ha resta a casa

Immigrazione, l'Italia chiede campi profughi in Africa

Per alleggerire la pressione migratoria bisogna "stabilizzare la Libia" e "creare campi profughi direttamente in Africa". Ad affermarlo a Omnibus di La7 è il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. "La Libia è diventata una priorità internazionale - ricorda Alfano - ed il merito è dell’azione del governo italiano: è lì che si scarica la pressione migratoria di tutti i Paesi confinanti". Quanto ai campi in Africa, servirebbero a fare "uno screening preventivo: chi ha diritto allo status di rifugiato, viene distribuito in modo equilibrato nei vari Paesi europei; a chi non lo è non viene dato il permesso di partire".

L'Italia dunque spinge per la creazione di tre centri di raccolta dei profughi in Niger, Sudan e Tunisia, un piano sul quale si è già confrontata con l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati e con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Dai quei centri i richiedenti asilo potrebbero inviare la domanda al paese Ue prescelto, dove verrebbero poi trasferiti se venisse accolta. La proposta convince anche la Lega Nord che però non risparmia critiche al governo: "Abbiamo un governo che è ridicolo. Noi lo dicevamo da tempo che i profughi bisognava aiutarli a casa e ci davano dei razzisti - ha commentato Zaia questa mattina -. Abbiamo dovuto vedere 200 mila immigrati arrivare in Italia, 3600 dei quali morti in mare, sostanzialmente scaricati sui nostri territori senza nessuna prospettiva. Ci costano 42 euro al giorno.

Adesso finalmente qualcuno dice che si potrebbero fare dei campi profughi in Africa, ci costerebbero molto meno". Zaia ha ricordato che "quando li facevamo noi con il nostro governo, questi centri, ci dicevano che eravamo razzisti, che avevamo dato vita a lager. La verità è che non avevamo 3600 morti in mare all'anno".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica