Anche Enrico Coscioni, braccio destro del governatore Vincenzo De Luca, risulta nella lista delle 15 persone per le quali è scattato l'avviso di proroga delle indagini sugli appalti Covid in Campania.
Oltre a Coscioni, da 6 anni consigliere per la Sanità della Regione, anche Italo Giulivo (coordinatore locale della task force Coronavirus), Roberta Santaniello (a capo dell’Ufficio di gabinetto della Giunta regionale), Corrado Cuccurullo (presidente di Soresa), il consigliere regionale Luca Cascone, i fratelli Alberto ed Enrico Venturato di Med Padova, ed Antonio Limone e Antonio Fico, rispettivamento direttore dell’Istituto zooprofilattico di Portici e direttore sanitario dell’Ames di Casalnuovo. Non si trova nell'elenco, invece, Ciro Verdoliva, manager dell'Asl Napoli 1 Centro, che in estate era stato oggetto di perquisizioni.
Secondo quanto ricostruito da Repubblica, la procura sta indagando in merito alle convenzioni di Ebris (European biomedical research institute of Salerno), l'Istituto europeo di ricerche biomediche di Salerno. Nel cda di Ebris siede pure Enrico Coscioni, che si trova anche a capo dell'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). L'accusa mossa nei suoi confronti è quella di turbativa d’asta, come riferito da Il Mattino.
Gli inquirenti, che hanno avviato le indagini lo scorso aprile, quando la Campania si trovava in pieno primo lockdown, stanno adesso cercando di far luce su alcune spese affrontate dalla Regione per rispondere all'emergenza sanitaria, fra le quali l'acquisto di tamponi e mascherine, e l'allestimento di ospedali modulari.
Ad occuparsi dell'inchiesta, i pubblici ministeri Antonello Ardituro, Mariella Di Mauro, Simone De Roxas e Henry John Woodcock, che hanno ricevuto l'incarico dal procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Melillo e sono coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio. Tanti i punti da esaminare, anche se nell'avviso non sono esposti molti dettagli. Il nome del braccio destro di De Luca figura vicino a quelli di Corrado Cuccurullo, di Antonio Fico e di Antonio Limone. Si indaga dunque sul rapporto fra i quattro.
Alla fine del 2020, come ricordato da Repubblica, l'istituto Zooprofilattico di Limone firmò con Ebris una convenzione da 120mila euro per uno studio sui disturbi dello spettro autistico nei bambini. A novembre, invece, la Regione Campania attribuì un progetto da 300mila euro a Ebris per portare avanti delle ricerche sul Coronavirus.
Il lavoro degli inquirenti si concentra anche sui cosidetti Covid-Hospital, realizzati grazie ad un finanziamento di 18 milioni di euro. In questo caso a dover chiarire la propria posizione sono i due fratelli imprenditori di Padova, Roberta Santaniello, Italo Giulivo e Luca Cascone. Per il caso tamponi si indaga invece sull'operato dell'Ames di Casalnuovo, centro diagnostico privato al quale era stata affidata l'analisi dei test.
Già sottoposti a perquisizione domiciliare, gli indagati, che
hanno dovuto consegnare agli inquierenti tutti i dispositivi elettronici, giustificano il loro operato come conseguenza del bisogno di agire in fretta in quei momenti disperati e ribadiscono di aver agito con correttezza.
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