L'imprenditore romano Francesco Caltagirone Bellavista, capo del Gruppo Acqua Pia Antica Marcia, è stato fermato a Imperia dalla Polizia postale, in collaborazione con la Guardia di finanza, a esecuzione di una misura di custodia cautelare concessa dal gip su richiesta del pm di Imperia, Maria Antonia Cazzaro, nell'ambito di un'inchiesta sui lavori per la costruzione del porto della città ligure. Caltagirone è stato interrogato per circa 2 ore: il reato che gli viene contestato è quello di truffa aggravata ai danni dello Stato. Dopo l'interrogatorio è stato portato in carcere.
Caltagirone, 73 anni, è stato fermato vicino al Comune, dove aveva un appuntamento con il sindaco Paolo Strescino (Pdl). Fermato anche l’ex direttore della Porto di Imperia Spa, Carlo Conti. Sono indagati a piede libero anche Paolo Calzia, 69 anni, di Imperia (all’epoca dei fatti contestati direttore generale del Comune), Delia Merlonghi, 67 anni, di Roma, legale rappresentante della società di Caltagirone Acquamare, e Domenico Gandolfo, ex direttore della Porto di Imperia Spa.
L’inchiesta è iniziata con l’obiettivo di chiarire le modalità di assegnazione della concessione delle aree alla "Porto Imperia spa", titolare della concessione demaniale per la costruzione. La società è rappresentata da una cordata di azionisti, ciascuno con il 33,3%: il Comune di Imperia, l’Acquamare (società che fa capo al costruttore Bellavista Caltagirone) e un gruppo di imprenditori locali. Il pm Maria Antonia Di Lazzaro indagò per le accuse di associazione a delinquere finalizzata al falso (reato commesso in concorso), l’ex ministro Claudio Scajola, Bellavista Caltagirone e gli amministratori e dirigenti della Porto di Imperia Spa.
I lavori del porto di Imperia sono iniziati nel 2007. Complessivamente si tratta di un’opera da oltre 120 milioni di euro. Secondo il pm l’operazione di affidamento dei lavori non è chiara. Nel 2011, l’allora dirigente dell’Ufficio Porto e Demanio del Comune, Pierre Maria Lunghi, revocò la concessione alla Porto Imperia spa, che presentò ricorso al Tar.
Legambiente: fare chiarezza
"È l’ennesimo episodio di una storia travagliata che interessa una delle maggiori opere per il diportismo turistico del Mediterraneo - commenta in una nota
Legambiente Liguria -. In passato abbiamo visto molta confusione, dalle concessioni demaniali alle difformità progettuali sino alla scarsa trasparenza nei confronti della cittadinanza rispetto ai costi delle opere previste".
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