L’Ucraina resiste agli attacchi continui della Russia ed ha bisogno di guerrieri freschi. Proprio per questo il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato un appello ai cittadini europei affinché chiunque ne abbia voglia e coraggio possa unirsi alla resistenza del suo Paese. "Tutti gli stranieri che desiderano unirsi alla resistenza agli occupanti russi e proteggere la sicurezza mondiale sono invitati dalle autorità ucraine a unirsi alle forze di difesa", si legge in una nota della presidenza ucraina, in cui si specifica che sarà costituita un'unità speciale sotto il nome di "Legione Internazionale" e che i potenziali volontari potranno unirsi recandosi presso le ambasciate ucraine dei loro Paesi.
Il processo che ha portato alla costruzione del mito, anche storiografico, delle "Brigate Internazionali" parte da lontano, proprio da quella Spagna sconvolta dalla guerra civile nella metà del 1930. Nell’agosto del ’36, è stato un gruppo di antifascisti italiani che avrebbe combattuto in Spagna: la Sezione Italiana della Colonna Ascaso. Promotori dell’esperienza furono due figure di primo piano dell’antifascismo italiano in esilio: Camillo Berneri, intellettuale di spicco dell’universo libertario, e Carlo Rosselli, fondatore e leader del movimento liberal-socialista Giustizia e Libertà.
Al momento non è chiaro se la legione sia già operativa o se l’esercito Ucraino stia addestrando già una squadra di combattenti. Nel frattempo l'ambasciatore ucraino a Londra ha riferito ai giornali che “i suoi uffici sono stati bombardati di telefonate di britannici che volevano unirsi alla resistenza anti-Mosca: “Non sono solo gli ucraini. Tutti, da tutte le nazioni, ci chiedono come possiamo unirci all'esercito. Incredibile", ha detto Vadym Prystaiko alla Bbc.
Negli scorsi anni, complice l'avanzata dell'Isis tra Siria e Iraq, i combattenti stranieri sono finiti dietro la macabra etichetta di foreign fighters. La storia ci insegna come i “foreign fighters” sono stati già presenti nel territorio ucraino ed in particolare nel Donbass nella primavera del 2014 quando è scoppiato un vero e proprio conflitto tra le forze armate e alcune formazioni paramilitari ucraine da un lato e le milizie separatiste sostenute da Mosca dall’altro.
Secondo le stime recenti sono circa 17mila i mercenari che avrebbero combattuto nel Donbass provenienti da più di 50 paesi del mondo: 15mila da zone vicine alla Russia, il restante dal mondo occidentale. Si stima che circa una sessantina di combattenti italiani abbiano partecipato agli scontri nel Donbass.
Ma qual è il profilo dei foreign fighters? Poche sono le ricerche e le analisi attualmente disponibili, ma a quanto pare, la maggior parte dei combattenti provenienti dall’Italia, ha motivazione di carattere prettamente politico. La maggior parte dei mercenari in Ucraina sembra appartenere a gruppi politici radicali. Ragazzi che cercano gloria sul campo di battaglia e non solo virtuale attraverso i social network. Nel 2014 il cuore d’Europa ha fatto il pieno di giovani come nel centro del Medio Oriente ed esattamente in Siria, dove sarebbero stati oltre 3mila gli occidentali infiltrati oltre-confine per unirsi alla ribellione dei gruppi jihadisti contro Assad.
Forse il più famoso mercenario italiano assoldato da tempo da Vladimir Putin è il “generalissimo” Andrea Palmeri. Latitante da anni, ex ultras del Lucca, con una condanna alle spalle di 5 anni, dichiara le sue tesi politiche attraverso i social. “Pensate di vivere nel mondo libero, ma tra voi e la Corea del Nord poco cambia. Probabilmente in Italia si è più inclusivi e tra poco avrete i bagni per chi non ha scelto il proprio genere sessuale, e in molti paesi della libera Europa una coppia di uomini può comprare un bambino. Questa si che è libertà !!!!”. Afferma sul suo profilo social il “generalissimo” accusato di arruolare mercenari italiani per la guerra in Donbass.
Proprio un amico di Palmeri proveniente da Messina che ha combattuto a fianco delle milizie filo russe nel conflitto armato a partire dal 2016 è stato arrestato a maggio del 2021.
La ricerca da parte della procura di Messina nei confronti di Pino Russo, 29 anni con la passione del kalashnikov, e che da anni ha vissuto nel Donbass, è iniziata il 27 aprile del 2021. “E’ stato bello sparare come i pazzi, vruum! Vruumm!”. Raccontava al telefono il combattente messine a Andrea Palmeri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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