Uno dei due killeri di Alatri, paesino che ha visto la morte di Emanuele Morganti, massacrato di botte da un gruppo di persone e finito dai due fratellastri Paolo Palmisani e Mario Castagnacci, era stato arrestato e poi scarcerato proprio a 24 ore dall'atroce delitto. L'avvocato che ha difeso Castagnacci racconta a Radio Capital le fasi del processo per direttissima.
Il retroscena sull'udienza a poche ore dall'omicidio
Il legale Tony Ceccarelli rivela ai microfoni di Radio Capital che "da anni conosceva Castagnacci. L'ho seguito in altre vicende legali. L'ultima si è registrata proprio giovedì scorso". L'avvocato passa quindi a raccontare i motivi che hanno portato il suo assistito davanti al giudice: "Ha subito una perquisizione nel suo appartemento di Roma, che divideva con altri giovani. Durante l'operazione delle forze dell'ordine sono state rinvenute sostanze stupefacenti. Sono stati posti nella notte agli arresti domiciliari, per per l'indomani affrontare il processo di direttissima".
All'udienza, c'è stata solo la convalida di arresto, come racconta l'avvocato: "Ho chiesto un termine a difesa e ho dimostrato che non ci fosse il pericolo che i soggetti commettessero altri reati e il giudice ha ritenuto che gli imputati potessero attendere il processo a piede libero". È vero, l'avvocato ha fatto il suo lavoro però se non ci fosse stata quella difesa, oggi ci sarebbe un 20enne in vita.
"Nessuno riesce a prevedere il futuro.
Noi abbiamo l'obbligo di difendere una persona che si affida a noi. Nessuno immaginava a tutto ciò". L'avvocato Ceccarelli chiosa: "Con il senno di poi se ci fosse stata una misura cautelare per l'imputato non ci sarebbero stati i fatti di venersì sera".
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