L'ospedale San Gerardo di Monza chiede l'invio dei medici militari

L’Asst di Monza, epicentro della seconda ondata di epidemia di Covid, ha chiesto l’aiuto delle forze armate per fronteggiare l’emergenza. Quasi 400, tra medici, infermieri e personale sanitario, sono a casa perché contagiati o in quarantena

L'ospedale San Gerardo di Monza chiede l'invio dei medici militari

Si aggrava la situazione all'ospedale San Gerardo di Monza, dove sono quasi 400 le persone, tra medici, infermieri e personale sanitario, rimasti a casa o perché contagiati dal Covid o perché in quarantena. Con un numero così alto di assenti il direttore generale, Mario Alparone, ha chiesto l'intervento dell'Esercito, attraverso l'invio dei medici militari. Il primo a lanciare l'appello, una decina di giorni fa, era stato il sindaco Dario Allevi. Ora la situazione è peggiorata ed è direttamente l'ospedale a chiedere aiuto.

"L’equilibrio operativo della struttura rimane problematico", si legge in una nota della Asst. Il contingente medico-militare, chiesto per aiutare gli ospedali brianzoli in questa delicata fase, potrebbe essere formato da una decina di medici e da una ventina di infermieri. Al momento sono 504 i pazienti ricoverati, di cui 381 al San Gerardo (37 in terapia intensiva) e 123 a Desio (11 in terapia intensiva). Come in altre realtà sta aumentando la "pressione dei ricoverati più gravi che stazionano in Pronto soccorso per carenza di posti letto".

Le carenze di personale nelle strutture sanitarie sono un problema da non sottovalutare. Pensiamo ad esempio al rapporto infermieri-pazienti. Come spiega Donato Cosi, segretario del NurSind di Monza e della Brianza, un sanitario deve seguire dieci malati con il "casco C-pap", mentre in terapia intensiva da un infermiere per due pazienti siamo passati a uno ogni tre. "E i sostituti hanno un’età media di almeno 50 anni, con una lunga esperienza, ma inadeguati a essere impiegati in un'emergenza come questa".

Oltre a questo bisogna considerare che chi è in grado (medici e infermieri) di seguire i pazienti in terapia intensiva deve avere la necessaria competenza ed esperienza, ragion per cui non è facile trovare facilmente dei "sostituti" in caso di forte carenza.

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