L'ultimatum dell'Ue ad AstraZeneca: "Rimediate ai ritardi o ci saranno conseguenze"

Il gruppo anglo-svedese avrebbe promesso le stesse dosi a più committenti, pur garantendo il contrario nel contratto. Le dosi europee sono finite a Londra?

L'ultimatum dell'Ue ad AstraZeneca: "Rimediate ai ritardi o ci saranno conseguenze"

Il futuro dell'Unione europea sembra essere sempre più distante da AstraZeneca. Vi abbiamo parlato dell'intenzione della Commissione Ue di acquistare 1,8 miliardi di dosi di vaccino - per l'approvvigionamento dei Paesi membri nel 2022 e 2023 - guardando però solo a quei prodotti che hanno sviluppato un immunizzante con tecnologia mRna poiché ritenuti più efficaci dall'Ema: si guarda dunque verso BionTechPfizer, Moderna e Curevac, escludendo di fatto l'antidoto anglo-svedese. Adesso è spuntato un altro fattore che farebbe allontanare ancora di più l'Europa da AstraZeneca: nelle ultime ore è venuta alla luce una lettera, che può essere intesa come un preavviso di una brattaglia legale pronta a scoppiare in piena pandemia.

L'ultimatum dell'Ue

La data chiave è il 19 marzo, quando la Commissione Ue avrebbe scritto al gruppo anglo-svedese. Lo avrebbe fatto per mano di Sandra Gallina (al vertice della direzione generale Salute e che ha negoziato i contratti sui vaccini), indirizzando la missiva a Iskra Reic (vicepresidente esecutiva per l’Europa) e a Mariam Koohdari (avvocatessa aziendale). L'accusa arrivata da Bruxelles è chiara e non lascia spazio a libere interpretazioni: "A seguito di un'analisi dettagliata di tutte le informazioni, siamo giunti alla conclusione che AstraZeneca ha violato e continua a violare le sue obbligazioni contrattuali sulla produzione e la fornitura delle 300 milioni di dosi iniziali per l'Europa".

Pertanto sarebbe stato chiesto formalmente e dato preavviso non solo "di porre rimedio alle sostanziali violazioni contrattuali entro venti giorni da questa lettera", ma anche di "recuperare senza ulteriori ritardi sull'arretrato nella produzione e consegna delle dosi e di mitigare qualunque danni causato". Nella lettera infatti si legge che la sostanziale violazione dell'accordo di acquisto da parte di AstraZeneca "può portare a conseguenze drammatiche per la vita, la salute e la libertà di milioni di cittadini europei nella crisi Covid-19". Nelle righe, riporta il Corriere della Sera, spunterebbe già una richiesta di danni agli anglo-svedesi potenzialmente per cifre molto elevate. Dal 19 marzo sono già passati i 20 giorni indicati come termine massimo e dall'azienda è arrivata la precisazione: Matthew Kent, direttore delle relazioni con i media globali di AstraZeneca, ha confermato "di aver risposto alla Commissione entro i tempi richiesti dal meccanismo di risoluzione delle controversie e che la settimana scorsa il nostro team ha avuto un incontro molto collaborativo con la Commissione".

Le violazioni sarebbero state numerose: AstraZeneca avrebbe promesso le stesse dosi a più committenti "pur garantendo il contrario nel contratto con la Commissione europea", avrebbe incassato un sostanziale anticipo in estate "sulla base di impegni poi lasciati cadere", avrebbe tardato nella richiesta di autorizzazione del vaccino "presso il regolatore europeo Ema" e infine non avrebbe rispettato il calendario di fornitura. In particolare quest'ultimo aspetto avrebbe previsto tra 30 e 40 milioni di dosi entro la fine del 2020, tra 80 e 100 milioni nei primi tre mesi del 2021 e il resto dei 300 milioni previsti entro la fine di giugno; invece a fine marzo l'azienda avrebbe fornito solo 30,12 milioni di dosi, circa un quarto del previsto.

Quel sospetto su AstraZeneca

Il mancato rispetto degli obblighi, accusano dall'Unione europea, "sembra in parte radicato nel fallimento nell'assicurarsi la fornitura degli ingredienti farmaceutici". Come se non bastasse è venuto fuori il sospetto che parte delle dosi europee possano essere andate al governo di Boris Johnson. Lo stesso gruppo avrebbe dichiarato che alcune dosi prodotte nei siti britannici sarebbero state indirizzate a Londra.

Secondo Bruxelles si tratta di "una confessione che AstraZeneca" avrebbe "violato i suoi obblighi" verso l'Ue poiché avrebbe "assunto impegni in conflitto fra loro che materialmente impediscono l’attuazione del contratto".

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