Dieci giorni dopo l'omicidio di Marco Vannini, il bagnino 20enne ucciso nella villetta della famiglia Ciontoli presso Ladispoli, Maria Pezzillo faceva la seguente richiesta: “Dovremmo lasciare il conto che abbiamo a nome di mio marito e aprirne un altro intestato a me su cui portare i nostri soldi”. Tale intercettazione risale al 27 maggio 2015. Per la morte del giovane, il marito di Pezzillo, Antonio Ciontoli, è stato condannato in secondo grado a 5 anni di carcere, mentre Maria e i figli Federico e Martina a 3 anni. È stata invece assolta la fidanzata di Federico Ciontoli, Viola Giorgini, anche lei presente la notte dell'uccisione di Marco. A rendere note le nuove intercettazioni sulla famiglia Ciontoli sono stati Giulio Golia e Francesca Di Stefano in un recente servizio del programma Le Iene in onda su Italia 1.
Marco Vannini, le nuove intercettazioni rese note dal programma Le Iene
Antonio Ciontoli ha sempre affermato di aver sparato al genero Marco Vannini per scherzo, pensando di utilizzare una pistola scarica. L'uomo avrebbe fatto credere a tutti che fosse partito un banale colpo d'aria. La famiglia Ciontoli ritardò i soccorsi che, se fatti venire in tempo, avrebbero potuto salvare la vita al povero Marco. Sono numerosi i dubbi rimasti ed emergono confrontando i primi interrogatori con i carabinieri con quelli effettuati nel corso del tempo, le intercettazioni ambientali effettuate la sera della morte del ragazzo e le intercettazioni telefoniche che vennero effettuate nei giorni seguenti. Giulio Golia ha precisato che tali intercettazioni, fino a poco tempo fa, erano disponibili solo tramite sintesi cartacea. Ora però il programma Le Iene ha reso noti gli audio di quelle telefonate. È bene precisare come tali intercettazioni non siano entrate nel processo, in quanto ritenute non rilevanti.
Tuttavia, per il programma Mediaset qualcosa di importante c'è. Proprio per questo è stato deciso di farle ascoltare anche al pubblico a casa. Intercettazioni che non fanno altro che aumentare le ombre sul caso Vannini. A distanza di 4 anni ancora non si sa con precisione cosa sia accaduto in casa Ciontoli la sera dell'omicidio. In una di queste si sente il cugino di Marco parlare con Martina. È il 20 maggio 2015, ore 11:00. Il giovane lamenta alla ragazza: "Martì ma tu stavi lì. Perché non hai chiamato di tua iniziativa una c***o di ambulanza? In cinque eravate Martì, cioè vi si è spenta la testa a tutti e cinque?" .
Presentata un'altra intercettazione in cui si sente Federico parlare con un amico. È il 23 maggio 2015, ore 20:27. Questi chiede al figlio di Antonio: "Non mi avevi detto del pettine, perché avete detto 'sta c*****a?" Federico risponde: "È perché mio padre non pensava fosse grave la cosa...". Ma l'amico lamenta: "Ho capito, ma le bugie non si dicono. Quante volte te lo devo dire?"
I Ciontoli temevano inoltre di pagare un eventuale risarcimento alla famiglia di Marco Vannini. Ecco di seguito un'intercettazione con protagonisti Federico e il nonno Salvatore (padre di Antonio). È il 19 maggio 2015, ore 17:58. Inizia Salvatore con la seguente frase: "La mamma e il padre di Marco è il caso di contattarli". Federico afferma tuttavia: "Loro hanno espresso la volontà comunque di non vederci".
Salvatore pero ribatte: "Però... dovete insistere, insistere, insistere, dovete assolutamente strisciare ai loro piedi addirittura, cioè fare capire con sincerità che la cosa è avvenuta inavvertitamente e che voi siete profondamente addolorati e colpiti. Dovete... tutti...
umilmente prostrarvi ai piedi dei genitori di Marco, perché se questi si presentano e ricorrono come parte civile a tuo padre lo mettono col sedere sotto il marciapiede., La prima cosa che deve fare tuo padre è togliersi tutte le proprietà. Tutto ciò che ha vicino a lui, che in caso di risarcimento danni...". Federico annuisce: "Eh". Il nonno: "Capito?"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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