Un mese fa il terremoto sconvolse l'Italia centrale, causando 297 morti e miliardi di danni. Piccoli paesi interamente distrutti, tra cui Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, con una scia di sangue il cui dolore si fatica, ancora oggi, a superare. Oggi, in una conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi fa il punto della situazione, insieme al commissario di governo per la ricostruzione, Vasco Errani e al capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio.
"La stima dei danni è come minimo quattro miliardi, ma è tutto ancora da verificare punto per punto", rende noto Matteo Renzi. "Il nostro obiettivo - assicura - sono le prime case, le seconde case, gli esercizi commerciali: riportare tutto com’era prima di dare piena vicinanza alle realtà del territorio. È passato un mese, fisiologicamente le luci dei riflettori si abbassano, ma questo non toglie niente al dolore delle famiglie delle vittime e dei sopravvissuti e al nostro dovere di farci carico delle sofferenze dei nostri connazionali".
"Abbiamo tremila assititi, tra cui 2.500 ancora in tenda", rende conto Fabrizio Curcio, responsabile della Protezione civile. Poi assicura che "la nostra priorità è quella di chiudere le tendopoli: ce lo chiedono tutti i giorni e lavoriamo perché ciò avvenga il prima possibile, perché il clima e il territorio non ci consentono di tenere la gente nelle tendopoli per 5 mesi come successo in passato". "Stiamo lavoranto all'attivazione del Fondo di solidarietà europeo: è un lavoro importante che ci consentirà di accedere a delle risorse che saranno non meno di 3-4 miliardi, ma è una cifra assolutamente orientativa", ha detto Curcio. "I danni che vediamo sono cospicui, ma paragonati con gli altri sismi non andremo lontano da queste cifre, anzi sono in difetto. Ma questo lo vedremo".
Vasco Errani rende noto che "il decreto sulla ricostruzione post-sisma sarà approvato dal Consiglio dei ministri non oltre il 2 o il 3 ottobre. Il decreto del governo prevederà un "meccanismo di riconoscimento pieno dei danni del terremoto e dunque non ci troveremo in una situazione nella quale ogni anno dovremo discutere delle quote per il risarcimento". "Dobbiamo fare in modo - prosegue Errani - che con un sisma da 6.0 non ci sia il crollo così e che i cittadini di quei comuni non rischino più la vita".
Errani rivela anche che gli italiani sono stati generosi.
"Abbiamo avuto tantissime donazioni, con gli sms sono stati raccolti 15 milioni: anche qui faremo un open data per programmare gli interventi. Cercheremo di mettere questi fondi nella ricostruzione e non nel provvisorio. Sarà tutto controllabile man mano che i lavori andranno avanti".
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