Si è concluso oggi il processo ai danni del barista di Padova, Alessandro Carmignotto (43 anni), noto per essere un maestro Shabiri, una tecnica di legatura sessuale molto diffusa in Giappone, e che frustava sua moglie. L'uomo era finito a giudizio dopo le denunce della ex moglie, una 33enne di Cadoneghe, che lo aveva accusato di vessazioni, di averla ridotta in schiavitù e di stalking.
Secondo quanto racconta la donna, infatti, l'ex marito la costringeva a farsi trovare sempre pronta per i suoi giochi e desideri sessuali. In un primo momento la donna avrebbe acconsentito, fino a quando le pratiche non sono diventate troppo invasive. La relazione con l'uomo, infatti, si sarebbe chiusa perché secondo la 33enne "non c'era più limiti alla mia sicurezza personale". L'uomo le aveva fatto firmare un contratto di schiavitù che di fatto la costringeva a sottomettersi al suo volere. Quando lei decise di chiudere la storia, il 43enne iniziò a perseguitarla.
Durante l dibattimento del processo, come riporta FanPage, la donna aveva raccontato i particolari scabrosi della relazione che la legava all'ex marito. "Mi scriveva spesso biglietti ma in realtà i suoi erano comandi - ha detto - Quando rincasava voleva trovarmi nuda, in autoreggenti o con i tacchi. A volte voleva che lo aspettassi in ginocchio. E se non eseguivo gli ordini mi aspettavano gli aghi o le frustate: dieci sul seno, venti sul sedere, cinquanta nelle parti intime". Inoltre, la donna aveva anche dovuto accettare che a volte i rapporti fossero condivisi con altre persone.
Ovvero altre clienti dell'uomo, apprezzato in zona per le sue conoscenze sulle pratiche sessuali giapponesi.Alla fine, il giudice ha sentenziato una condanna a 1 anni e 4 mesi di reclusione, oltre al pagamento di 50mila euro a titolo risarcitorio.
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