Più migranti arrivavano, più alte erano le possibilità di morti in mare e, quindi, di fare affari. L'inchiesta Rinascita Scott – coordinata dalla Dda di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri – ha permesso di fare luce sugli affari della 'ndrangheta nel mercato dell'immigrazione clandestina.
La mega indagine, come riporta anche la Verità oggi in edicola, ha infatti evidenziato i metodi attraverso cui i clan truccavano le gare d'appalto per aggiudicarsi le tumulazioni delle salme dei migranti, le quali poi, in molti casi, venivano seppellite senza bara e in violazione di tutte le norme in materia. Il business era parecchio allettante, se si pensa che ogni cadavere poteva valere almeno 750 euro.
E ci si può fare solo un'idea di massima sulle proporzioni dell'affare mettendo in relazione il numero dei clan di 'ndrangheta che infestano praticamente ogni provincia della regione e i dati relativi agli sbarchi in Calabria. L'anno dei record è stato il 2017, quando alla guida del ministero dell'Interno c'era il dem Marco Minniti e le Ong dominavano il Mediterraneo.
Il 14 luglio, a Vibo, arrivano 578 migranti. Qualche settimana prima, tra Tropea e Ricadi, ne erano arrivati 29. In entrambi i casi non ci furono notizie di immigrati morti. Ma chi controlla davvero? A Corigliano Rossano ne arrivarono 635 in un colpo solo, a bordo della nave Vos Hestia di Save the children. Ma gli sbarchi si registravano quotidianamente a Reggio Calabria, Crotone, nella Locride.
Il Viminale, come sempre, pubblicava i dati complessivi sugli arrivi. E se in Italia dall'inizio del 2017 erano approdati più di 85mila migranti, quelli arrivati nei porti calabresi superavano i 12mila.
Le inchieste, come quella sul Cara di Isola Capo Rizzuto, hanno dimostrato che i clandestini – vivi o morti – per la 'ndrangheta erano una straordinaria fonte di guadagno.
Ma, considerati i numeri dell'esodo e il fatto che i migranti arrivano in Italia spesso senza documenti, è lecito pensare che le proporzioni dell'affare siano davvero enormi.Con Matteo Salvini al Viminale gli sbarchi si erano ridotti sensibilmente, ma da settembre il trend è cambiato e la Calabria è tornata a essere una delle mete preferite degli scafisti.
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