I cara e gli alberghi trasformati in centri d'accoglienza non bastano: servono altri 20mila posti per ospitare i profughi. È quello che rivela un documento del Viminale pubblicato dal Corriere della Sera secondo cui con 686 sbarchi dall’inizio dell’anno sono arrivati oltre 116mila persone.
Di queste solo 94mila (più gli oltre 10mila minori non accompagnati) sono state accolte in strutture già attrezzate in attesa che la loro posizione di richiedenti asilo sia vagliata. Per questo con tutta probabilità Angelino Alfano chiederà ai prefetti di trovare nuovi alloggi con un sistema redistributivo demografico. Così il 15% dei profughi dovrà essere sistemato in Sicilia, il 13% in Lombardia e il 9% in Lazio. A poco valgono le proteste delle Regioni, sopratutto di quelle del Nord. Resta da capire con quali fondi lo Stato si accollerà un tale flusso di migranti: i 310 milioni messi a disposizione dall'Ue sono spalmati in 8 anni, mentre le stime parlano di almeno un miliardo di euro necessari fin da subito.
Di certo la partita si giocherà anche in Europa, dopo che anche la Merkel ha detto (a parole) che l'Italia deve essere aiutata: nel vertice straordinario del 14 settembre, il governo italiano chiederà un innalzamento delle quote di migranti da redistribuire nel resto dell'Unione europea e l'obbligatorietà dell'accoglienza per gli Stati membri. In cambio Renzi e Alfano garantiranno l'avvio dei cosiddetti "hotspot", i centri di smistamento in cui identificare e fotosegnalare i migranti richiesti da più parti in Europa.
Intanto la Commissione studia il da farsi. A partire da una modifica del regolamento di Dublino e da nuove norme per il diritto d'asilo.
Così, dopo la missione navale per pattugliare il mediterraneo e dare la caccia (solo teorica) agli scafisti, ora bisogna consentire all'Italia e agli altri Paesi di accogliere i profughi con un codice comune per l'asilo: una volta riconosciuto lo stato di rifugiato, le condizioni di accoglienza non devono cambiare col paese. A patto che i rimpatri dei clandestini siano certi, con norme condivise in tutta l'Ue e una lista di Paesi d'origine sicuri (quelli cioè dove i migranti non rischiano in caso di rientro forzato).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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