Ladro morì in un cassonetto: ora la famiglia chiede i danni

Un ladro romeno rimase ucciso nel cassone dei rifiuti nel 2013: ora la famiglia minaccia di portare in tribunale la ditta produttrice. E pur di non aprire una causa l'assicurazione potrebbe pagare il risarcimento

Ladro morì in un cassonetto: ora la famiglia chiede i danni

Era il settembre 2013, quando un ladro romeno si introdusse nel cassonetto della raccolta dei rifiuti di una piazzola del comune di San Donato Milanese, nella provincia ambrosiana.

Qualcosa andò storto, il puntello con cui i malviventi avevano sollevato il coperchio cedette e l'uomo rimase ucciso a causa della propria imperizia. I suoi compari scapparono abbandonandolo e il corpo venne rinvenuto la mattina dagli addetti alla piazzola ecologica. Ora la famiglia romena, come scrive Il Giorno, ha chiesto i danni per non intraprendere le vie legali.

La famiglia del ladro aveva già tentato di chiedere i danni al Comune, ma senza successo. Ora, nonostante i cassoni fossero a norma e certificati Ce, il legale dell'uomo minaccia l'azione legale contro l'azienda produttrice, la Seval. E l'assicurazione, pur di non aprire una vertenza giudiziaria, sarebbe anche disposta a riconoscere un risarcimento.

A dirlo è lo stesso imprenditore della Seval, Roberto Ardenghi: "Perché alcuni devono lavorare una vita nel rispetto delle regole e spesso non trovano sostegno nella società e invece altri che rubano trovano appoggio nel nostro sistema giudiziario? Cosa stiamo trasmettendo alle future generazioni?"

"La cosa incredibile – afferma l’imprenditore – è che l’assicurazione sarebbe disposta a riconoscere un risarcimento per non aprire una vertenza giudiziaria. Io dico no a questa scelta, anche se economicamente non graverebbe sulla mia azienda.

Possiamo essere tutti dispiaciuti per la morte di questa persona, ma non è tollerabile che si dia spazio per lucrare su un evento di questo tipo cercando di attribuire le colpe e le responsabilità in maniera impropria".

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