È morto a Roma Gigi Proietti. Nella sua vita fu tutto: attore di teatro, cinema e tv, cantante, doppiatore, conduttore e infine direttore artistico con l'ultima esperienza alla guida del Globe Theatre Silvano Toti di Roma. La sua vita fu interamente dedicata ai palcoscenici ed era considerato l'erede di Ettore Petrolini, grande drammaturgo romano.
La vita di Gigi Proietti
Proietti nacque a Roma il 2 novembre del 1940. Frequenta il liceo classico e poi si iscrive a Giurisprudenza, senza portare a compimento gli studi. Forse, la sua vena artistica venne fuori proprio durante gli anni universitari, come raccontò in un'intervista a ilGiornale Off: "Io con la chitarra cominciai ad esibirmi, per ridere, davanti a un gruppo di coetanei, appena iscritti come me alla facoltà di Legge. Ma dopo un po’ mi stancai di avere un uditorio così limitato e un po’ per scherzo un po’ per piacere personale cominciai a raccontare delle barzellette inframmezzate da piccoli intermezzi comici. Poi mi misi a canticchiare brani di celebri canzoni del passato nelle trattorie dove andavamo dopo aver faticato sui libri a gustarci una pausa ristoratrice".
Enfant prodige, aveva debuttato a soli 14 anni come comparsa ne Il nostro campione, film di Vittorio Duse del 1955. Pochi anni dopo, nel 1964, interpreta un piccolo cameo in "Se permettete parliamo di donne" di Ettore Scola. Il 1965 è l'anno della tv, dove l'attore interpreta un maresciallo dei carabinieri. Tre anni dopo verrà chiamato da Tinto Brass, per la prima volta in qualità di attore protagonista, ne L'urlo.
Il 1970 fu un anno formidabile per Proietti. Prima il matrimonio con Sagitta Alter (dalla quale avrà due figlie: Susanna e Carlotta, entrambe attrici) e poi il successo, quando viene chiamato a sostituire Domenico Modugno - impossibilitato a lavorare in seguito a un incidente - nella commedia musicale di Garinei e Giovannini "Alleluja brava gente". La sua ascesa è ormai inarrestabile. Inizia a far teatro e ha l'intuizione: per brillare davvero deve imparare a fare il solista e prendersi tutto il palcoscenico. Nel 1976 l'incontro con Roberto Lerici, lo scrittore con cui scriverà e dirigerà i suoi spettacoli più famosi, a partire da "A me gli occhi, please" fino a "Leggero leggero".
Ma non c'è solo il teatro. Proietti continua a lavorare nel cinema, come protagonista in "Gli ordini sono ordini" , "Meo Patacca", "Conviene far bene l'amore", "Languidi baci, perfide carezze" e "Casotto", film del 1977 dove recita accanto a Ugo Tognazzi e una giovane Jodie Foster. Nei panni di Bruno Fioretti, detto Mandrake, in "Febbre da cavallo" di Steno, diventa un vero e proprio idolo.
Uno dei tratti distintivi di Proietti fu la voce. Dai personaggi più leggeri come Gatto Silvestro fino ai grandi del cinema come Robert De Niro, Charlton Heston, Richard Burton, Marlon Brando, Sylvester Stallone e Dustin Hoffman.
Nel 1996, Proietti interpreta Giovanni Rocca, vedovo con tre figli, maresciallo comandante della stazione dei Carabinieri di Viterbo, che si innamora di una farmacista, interpretata da Stefania Sandrelli.
Il 9 gennaio 2019 quando conduce in diretta su Rai1 l'evento inaugurale di Matera capitale europea della cultura 2019 alla presenza del presidente del consiglio Giuseppe Conte e del Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Il ricovero di Gigi Proietti
Da alcune settimane l'attore era ricoverato in terapia intensiva nella clinica Villa Margherita di Roma in seguito a problemi cardiaci. In un'intervista a Repubblica di qualche giorno fa, Proietti aveva confidato di aver avuto qualche problemino di salute e di stare "buonissimo" chiuso in casa.
Nello stesso colloquio, quasi fosse un presentimento, Proietti aveva detto: "Il problema della fede è che se stai troppo a pensarci vuol dire che non ce l’hai. Diciamo che ho fiducia. Nel senso che se c’è qualcuno lassù, sono abbastanza sereno, non ho gravi colpe. Se quel qualcuno è giusto, dovrei cavarmela". Si è spento il giorno del suo ottantesimo compleanno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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