È morto Severino Santiapichi, giudice nei processi su Moro e sull'attentato al Papa

Il suo collegio si pronunciò anche su altre vicende importanti di terrorismo, dall'attività dei Nuclei armati proletari a quello dei gruppi eversivi di destra.

È morto Severino Santiapichi, giudice nei processi su Moro e sull'attentato al Papa

È morto nell'ospedale Maggiore di Modica, dove era ricoverato da qualche giorno, l'ex presidente di Cassazione Severino Santiapichi. Lo scorso maggio aveva compiuto 90 anni. È stato presidente della Corte d'assise nel processo agli esponenti delle Brigate rosse sul sequestro Moro, e nel processo all'attentatore di papa Giovanni Paolo II, Ali Agca. La salma verrà trasferita nella sua città natale di Donnalucata, frazione marinara di Scicli, dove viveva.

Per oltre 50 anni in magistratura Severino Santiapichi ha visto il suo nome legato a processi che hanno avuto eco internazionale. È ritenuto uno dei più profondi conoscitori della vicenda Moro per aver presieduto i processi principali celebrati sui fatti di via Fani, così come quelli relatvi all'attentato al Papa Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981. I

Fu alla guida della Corte di Assise di Roma nella ricostruzione del sequestro Moro, avvenuto il 9 maggio del 1978, e lungo il primo processo, svolto nell'aula bunker del Foro Italico, contro le Brigate Rosse, che rapirono e uccisero lo statista dopo aver assassinato la sua scorta: processo conclusosi con 32 ergastoli. Successivamente, negli anni Novanta, presiedette ancora la Corte d'Assise nei cosiddetti processi "Moro quater" e "Moro quinquies".

Il suo nome è anche legato al processo all'ex esponente dei ''Lupi Grigi'', al terrorista turco Ali Agca, l'attentatore di Giovanni Paolo II. "Ali Agca è la persona più intelligente che abbia conosciuto.

Aveva una capacitàelettronica di modificare e di riaggiustare le versioni date e di renderle compatibili con la nuova", raccontò nel 2010, quando Agca venne liberato.

Il suo collegio si pronunciò anche su altre vicende importanti di terrorismo, dall'attività dei Nuclei armati proletari a quello dei gruppi eversivi di destra.

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