Immaginatevi di essere una studentessa di destra nella libera e democratica Firenze. Nella terra di Renzi e Nardella, di Dante e del Brunelleschi, t’aspetti democrazia, apertura, dialogo. Rivalità, magari. Ma mai violenza verbale o fisica che sia. E invece tra le storie di “ordinaria follia” all’Università, c'è anche quella che ha investito una giovane militante di Azione Universitaria, che s’è vista insultare senza sconti nella chat con tutti i colleghi di corso.
I fatti risalgono al 17 dicembre scorso. È tempo d’esami e la studentessa, iscritta a Scienze Politiche, deve sostenere la prova di dottrine politiche. Solo che non sa in quale aula si tenga. Così prende il cellulare e chiede lumi nella chat di corso, come ovvio. Qualcuno in grado di aiutarla ci sarà. Invece dopo quattro minuti di silenzio, risponde un'altra giovane collega. Così: “Sì, nel tuo buco di culo fascista, infondo (sic!) al corridoio a destra”. Cioè, immaginiamo, al cesso. Pochi istanti dopo, la signorina dal raffinato eloquio (è ironico, ovviamente) abbandona la chat comune e non si rende più raggiungibile. Direte: almeno gli altri colleghi si saranno dimostrati solidali. Non è forse questo il tempo delle democratiche battaglie contro le parole d'odio? Contro gli insulti gratuiti? Invece, quasi tutti la buttano sul ridere, come ilGiornale.it ha avuto modo di appurare. "Ma che dolce poesia", scrive qualcuno. "Uscita di classe", ride un altro. E poi: "Che stile", "scena stile Michael Bay con le che si gira e dietro esplode tutto". Anche la diretta interessata all’inizio mostra qualche sorriso, poi però segnala lo spiacevole episodio ai colleghi del movimento giovanile.
"Lei è molto attiva con Azione Universitaria - racconta al Giornale.it Matteo Zoppini, presidente del movimento universitario di destra - e forse questi insulti sono riconducibili all’ultimo evento sull’ambiente che abbiamo organizzato in Ateneo a novembre". Nell’occasione i collettivi contestarono l'iniziativa, presentandosi fuori dai locali col megafono e urlando i soliti slogan (“fuori i fascisti dall’Università”). La Digos impedì scontri o tafferugli, ma è lì che gli studenti di sinistra potrebbero aver "riconosciuto" la ragazza (che preferisce rimanere anonima). "Porteremo la questione al Consiglio di corso di laurea", assicura Zoppini. "A Firenze purtroppo è ancora molto difficile fare attività politica se sei di destra. Ogni volta vengono a contestarci, impedendoci di parlare. E i ragazzi così sono diffidenti dall’avvicinarsi”.
L’episodio somiglia molto a quanto successo alla Sapienza di Roma. Come raccontato dal Giornale.it, un giovane esponente della Lega abruzzese è stato minacciato all’interno di un’aula autogestita. La sua colpa? Aver guardato fotografie sui caduti di Nassiriya ed essere del Carroccio. Firenze, a quanto pare, non è da meno. Basta la presenza in Ateneo un presunto “fascista” per scatenare la protesta. Ad inizio novembre, per esempio, il deputato di FdI Giovanni Donzelli è stato invitato insieme a Berti (M5S) a Novoli per parlare ad un corso di laura magistrale in Relazioni Internazionali. I due esponenti sono stati accolti da striscioni e scritte sul muro, del tipo: "Donzelli fascista, Firenze ti schifa". Un anno fa, nel 2018, alcuni esponenti di AU vennero aggrediti fuori dai locali universitari: uno di loro riportò la frattura dello sterno.
"Quando organizziamo qualcosa abbiamo sempre bisogno della Digos - conclude Zoppini - Ci sono situazioni in alcuni corsi in cui i nostri ragazzi si trovano esclusi e denigrati solo perché di una certa parte politica". Alla faccia della democrazia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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