"Non sono stato io, è stato un mio amico". Innocent Oseghale, accusato di omicidio e violenza sessuale su Pamela Mastropietro, si è così confessato alla fidanzata in visita alla prigione di Ascoli Piceno, dove è rinchiuso per il brutale assassinio della giovane, il cui cadavere è stato fatto a pezzi.
Il trentenne nigeriano ammette il vilipendio e l'occultamento di cadavere, ma respinge l'accusa di aver accoltellato a morte la ragazza e a colloquio con la compagna incinta fa la sua confessione. I video della chiacchierata sono stati mandati in onda in esclusiva da Quarta Repubblica (si tratta di documenti esclusivi a cura di Claudia Marchionni). I filmati risalgono al 9 marzo 2018, quaranta giorni dopo l'omicidio della 18enne.
Nel parlatorio del carcere i due conversano per un'ora e mezza in italiano, anche se nei giorni seguenti in aula farà finta di non conoscere la lingua, facendosi tradurre tutto in inglese dall'interprete. Incalzato dalla donna - che si è resa irreperibile lo scorso 13 marzo, quando avrebbe dovuto testimoniare davanti alla Corte d'Assise, e qualche giorno dopo avrebbe tentato il suicidio – Oseghale tentenna, sapendo di essere ripreso dalle telecamere della stanza.
"Sei stato tu?" le chiede per l'ennesima volta la fidanzata e lui risponde così: "C'è stato me, c’è stato amico mio. Noi siamo fatti insieme e lei ha fatto la siringa, e lei è caduta". La lei, ovviamente, è Pamela. E infine: "È stato amico mio, non sono stato io…".
Innocent Oseghale, peraltro, è finito a processo anche per spaccio: dai controlli effettuati dalla guardia di finanza sono
risultati 30mila euro sulla Postepay, di cui 22.359 non rintracciabili. Secondo le indagini delle Fiamme Gialle l'extracomunitario ha messo da parte il tesoretto proprio con l'attività di spaccio di sostenze stupefacenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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