Il contributo che può dare la grafologia non è quello di stabilire la colpevolezza di un soggetto, bensì quello di capire le vere motivazioni che stanno alla base di atti imprevedibili e quindi poco controllabili. Con l’aiuto della grafologia si potrebbero cogliere elementi predittivi che permetterebbero di diagnosticare a priori il mondo inconscio e veicolare l’aggressività prima che si trasformi in violenza. Dall’analisi della scrittura di Manuel Foffo emergono tratti d’insicurezza, di cessione e d’indecisione di fronte ai problemi che la realtà abitualmente presenta. Egli manifesta una certa difficoltà nel gestire con padronanza il mondo delle emozioni. La grafia di Manuel è paragonabile a quella di tanti giovani d’oggi che faticano ad assumersi delle responsabilità, trovando soluzioni palliative nel mondo delle illusioni e del “tutto facile”, sentendosi in qualche modo eroi e valicando i limiti della responsabilità con atti di violenza. Infatti, nel suo procedere sul rigo, le parole vanno po’ a destra e un po’ a sinistra e ciò, abbinato alla curvità dei gesti e al rigo ondeggiante, rappresenta un segnale di forte dipendenza, di rinuncia e d’insicurezza, caratteristiche che lo portano a vivere le situazioni emotivamente più che a gestirle. Così c’è il rischio di oltrepassare quella linea, quasi impercettibile, che esiste tra il bene e il male. Non è per scusare Manuel Foffo né per sminuire la gravità dei fatti, ma non serve puntare il dito.
Semmai, occorre che il mondo adulto faccia un esame di coscienza per verificare come trasmettere ai giovani il valore della vita. Manuel ha probabilmente sperimentato la freddezza affettiva e l’indifferenza, finendo per cercare nei surrogati una risposta al suo disagio interiore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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