Ora anche i governatori leghisti chiedono la stretta di Natale

Da Zaia a Fedriga, anche i governatori leghisti ora premono sul governo per ottenere misure drastiche in vista del Natale: la decisione a breve

Ora anche i governatori leghisti chiedono la stretta di Natale

Oggi sarà il giorno decisivo per la stretta di Natale, che sembra ormai certa. Il Cts nei giorni scorsi è stato chiaro: se si vuole evitare una terza ondata ancora più violenta delle due precedenti è necessario inasprire le misure contro il coronavirus. In questi minuti si sta svolgendo il vertice decisivo e alla luce delle previsioni sugli spostamenti e i cenoni, anche i governatori del centrodestra ora chiedono di serrare i ranghi, Luca Zaia su tutti.

Questa mattina i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia, esponenti della frangia più rigorista, hanno incontrato i governatori delle regioni per ascoltare le loro proposte in vista del Natale. Sembra che tutti siano concordi nel chiedere una stretta, anche alla luce delle relazioni del Comitato tecnico scientifico che da giorni lancia l'allarme sui pericoli delle festività. La zona gialla non è compatibile con il fattore rischio del Natale e così anche Luca Zaia, il cui Veneto non è mai passato in una zona diversa da quella di maggiore permissione, ora si è esposto per chiedere l'istituzione di una zona rossa immediata su scala nazionale. Il Veneto in questo momento è la regione maggiormente colpita, una delle poche ad avere ancora una curva epidemiologica in crescita senza mai una flessione. Sta attraversando il peggior momento dall'inizio dell'epidemia, come dimostra il record di decessi di ieri, e nonostante questo è rimasta fin dall'inizio in zona gialla, senza passare mai arancione o rossa.

A Luca Zaia si sono accodati anche altri governatori in forza Lega, come Massimiliano Fedriga e Maurizio Fugatti, ma anche Donato Toma, governatore azzurro del Molise. Nonostante la richiesta dei presidenti di Regione e la pressione dei ministri rigoristi, Giuseppe Conte continua a tentennare sulla zona rossa nazionale. Il premier propende per l'istituzione di una zona arancione generale ma Speranza e Boccia sono in linea con le richieste dei governatori, sia di destra che di sinistra, uniti nel chiedere il massimo rigore. Anche Nicola Zingaretti sembra abbracciare l'idea di una zona rossa ma Luca Zaia è al momento il presidente di Regione più categorico. Durante l'incontro avrebbe affermato che se non ci sarà l'istituzione di una zona rossa nazionale, lui agirà in autonomia. La paura del governatore del Veneto è che se non si fermano i contagi ora, la ripartenza di gennaio avrà come base un plateau troppo alto per essere gestito, un ragionamento simile a quello fatto in Germania, in lockdown totale per Natale.

"È tempo di scelte rigorose di governo e parlamento. Solo regole più restrittive durante le festività potranno evitare una terza ondata di contagi. Per noi che abbiamo responsabilità istituzionali è un dovere intervenire oggi senza esitazioni per salvare vite umane domani", ha dichiarato il ministro Dario Franceschini. La proposta attualmente sul tavolo è quela di istituire la zona rossa totale nei giorni festivi, lasciando la zona arancione (con negozi aperti) nei prefestivi. I governatori chiedono risposte rapide, anzi immediate, in modo tale che i ristoratori non vadano avanti con le prenotazioni dei tavoli, quindi con le ordinazioni di materie prime, visto che al momento sarebbero concessi i pranzi anche nei giorni di festa.

Ovviamente si renderanno necessari i ristori per le categorie che dovranno ancora subire le chiusure. Nel pomeriggio potrebbe essere approvata in Senato la mozione per la stretta, in modo tale che nelle prossime ore possa essere preparato il decreto che abroghi quello in essere.

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