Gli ormoni regolano la vita

Ipofisi, tiroide, surreni, pancreas e fattori riproduttivi, ci condizionano

A Brescia, nell'aula magna dell'università, si terrà domani e dopo una riunione di endocrinologi (Terzo incontro del Clinical Update in endocrinologia e metabolismo). Questi specialisti sono in prima linea per la prevenzione, convinti che la salute del Terzo millennio dipende anche dagli ormoni. Molti lo dimenticano. Nella società di oggi vi sono sempre più padri e madri- nonni che pensano di poter procreare e gestire figli a qualsiasi età. Altri parlano di società di genere. Gli endocrinologi invitano a riconsiderare alcuni scelte fondamentali per la nostra vita: l'età anagrafica e l'attività ormonale regolano la nostra fisiologia. Con l'avanzare dell'età aumentano inevitabilmente anche le patologie croniche: in Europa secondo l'European Health Report sono responsabili dell'86% dei decessi. Lo specialista endocrinologo è un esperto della salute riproduttiva e del benessere globale dell'individuo.

«L'endocrinologo costituisce il perfetto connubio tra il medico generalista e il medico internista», afferma Andrea Lenzi, da poco presidente della Società italiana di endocrinologia e professore ordinario all' università La Sapienza. «Ci si dovrebbe rivolgere a questo specialista tutte le volte che si avverte qualcosa di diverso dallo standard delle funzioni del proprio organismo. Un controllo ormonale è d'obbligo specie tra i 30 e i 40 anni, se non si è fatto prima, e può cambiare in meglio la qualità della vita.I disordini tiroidei, il malfunzionamento dell'ipofisi, le alterazioni della sessualità e della sfera riproduttiva maschile e femminile, ma anche le problematiche nutrizionali e la salute endocrinologica di genere, sono al centro della nostra attività».

Il ruolo della prevenzione nelle varie fasce di età è cruciale e non solo nel campo della fertilità. Una alimentazione scorretta che porta a disordini ormonali che generano diabete, obesità o, al contrario, anoressia, e alla formazione di tessuto adiposo che, contrariamente a quanto si riteneva in passato, viene oggi considerato un vero e proprio organo endocrino capace di secernere ormoni e interagire con altre strutture endocrine, vanno combattuti e modificati il più precocemente possibile così come è perentorio identificare nei primi anni di vita alterazioni che possono essere curate e non dare conseguenze drammatiche sulla salute.

«Recentemente la disciplina endocrinologica ha posto grande attenzione alla prevenzione primaria e secondaria mirate a interventi sullo stile di vita dannoso e sui fattori di rischio ambientali, in particolare sui nuovi fattori di rischio che vengono definiti interferenti endocrini, sempre più chiamati in causa, che riguardano un gruppo di sostanze che agendo attraverso vari meccanismi appaiono correlati ad un incremento dello sviluppo di tumori, malformazioni genitali, alterazioni del liquido seminale, sterilità, alterazioni della pubertà nella donna, del ciclo mestruale, dell'ovaio e della fertilità. Gli ormoni – precisa Lenzi - danno segno di sé solo quando sono realmente in eccesso o in difetto, ma siamo in grado di accorgerci per tempo delle alterazioni in arrivo con un semplice prelievo di sangue e una visita adeguata».

L'alimentazione gioca un ruolo decisivo nello scacchiere ormonale. Sia la qualità che la quantità dei cibi possono influenzare in maniera importante non solo la produzione dei singoli ormoni ma il loro funzionamento a livello degli organi bersaglio.

L'obesità o l'eccessiva magrezza sono causa del 12% dell'infertilità. Il diabete si sta diffondendo in modo allarmante nei paesi civilizzati . É questa una espressione tipica dei disordini endocrini e metabolici che vanno controllati nel tempo.

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