Il cardinale Camillo Ruini ha aperto al dialogo con Matteo Salvini, ma i cosiddetti "preti di strada" non sono affatto concordi sulla necessità di costruire un canale di comunicazione tra la Chiesa cattolica e il leader del Carroccio.
L'ex vertice della Cei ha alimentato una discussione che negli ambienti ecclesiastici è animata da una serie di posizioni diverse. Si tratta di uno scambio dialettico che va avanti da tempo, almeno dalle passate elezioni politiche. Il punto di vista di padre Alex Zanotelli è noto. Poco dopo l'emersione delle dichiarazioni del porporato italiano, il comboniano ha voluto replicare senza tentennamenti: "Salvini ha manifestato chiarissimamente chi è - ha detto ieri Zanotelli all'Adnkronos - ". E ancora, sempre riferendosi all'ex ministro dell'Interno: "Esprime un'estrema destra di cui bisognerebbe solo avere paura. Come si fa a dialogare con lui? Sono esterrefatto dalle parole del cardinal Ruini". Per questo consacrato non vi è alcuna possibilità di reciproca comprensione: da una parte vanno collocati coloro che, rispettando quelli che molti ecclesiastici reputano essere precetti del Vangelo, predicano accoglienza nei confronti dei migranti, mentre dall'altra deve essere posto il fronte dei porti chiusi. Zanotelli sembra esserne certo.
Tanto che il prete di strada arriva a comparare le questioni bioetiche, quelle relative ai "valori non negoziabili", con il tema della gestione aperturista dei fenomeni migratori: "Ai vescovi dico 'vi battete per l'aborto? Bene, è vita! Allora battetevi anche per tutte le altre vite, per chi rischia la pelle attraversando il marè. Perché questa è umanità". Siamo alle solite, insomma. Una parte di Chiesa cattolica continua a distinguere i due piani. Un'altra parte, quella composta per lo più da esponenti progressisti, pensa che la "cultura dello scarto" interessi pure coloro che migrano. Vale anche la pena evidenziare come Alex Zanotelli si sia detto stupito delle considerazioni esposte dal cardinal Camillo Ruini. Ma il padre comboniano non è il solo a voler tenere una distanza. Il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, che è a sua volta conosciuto per le idee sull'immigrazione, ha dichiarato quanto segue a Il Corriere della Sera: "Non penso che il popolo di Salvini sia il popolo cattolico. Anche se è fatto di cattolici. Si professa tale, ma non lo è. Sia per il rapporto con i migranti, sia nel dialogo con le altre religioni. Non basta brandire rosari e croci per definirsi cattolici". La visione del mondo che i leghisti perseguono sui migranti, quindi, rappresenta un distinguo non valicabile.
Nonostante le statistiche e le rilevazioni sondaggistiche abbiamo raccontato di come Matteo Salvini abbia attecchito, e molto,
sull'elettorato cattolico, certi emisferi ecclesiastici non sembrano voler prendere in considerazione l'eventualità di un dialogo. Le parole del cardinal Camillo Ruini, viste le reazioni di queste ore, sembrano aver colto nel segno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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