Picchiata in prigione madre di Antonio Giglio

A Pozzuoli le detenute donne aggrediscono la compagna di Raimondo Caputo, incarcerata ieri dopo essere evasa dai domiciliari impostale dalla procura

Picchiata in prigione madre di Antonio Giglio

Si aggiunge un'altra pagina buia al già drammatico caso di Fortuna Loffredo, la bimba di Caivano, in Campania, violentata ed uccisa tra la presunta omertà di moltissimi inquilini del palazzo dove abitava e forse addirittura dell'intero quartiere.

È di oggi la notizia, riportata dal quotidiano partenopeo Il Mattino, del pestaggio nel carcere femminile di Pozzuoli di Marianna Fabozzi, madre del bimbo Antonio Giglio, morto nello stesso palazzo in cui viveva ed è morta la piccola Fortuna. La Fabozzi sarebbe stata aggredita proprio dalle compagne di cella in un accesso di furia vendicativa. Una sorte molto simile a quella di Raimondo Caputo, sottratto a stento al linciaggio dei compagni di cella solo grazie all'intervento della polizia penitenziaria.

Ieri la donna era stata rinchiusa nel penitenziario campano dopo aver violato la misura restrittiva degli arresti domiciliari, inflittale per l'accusa di concorso in violenza sessuale ai danni di una delle figlie. La donna è infatti la compagna di Raimondo Caputo, l'uomo accusato dello stupro e dell'uccisione proprio della piccola Loffredo.

La morte di Antonio risale a un anno prima di quella di Fortuna, con il corpicino del bimbo trovato sul selciato dopo un volo dal balcone del settimo piano.

Mentre finora si indaga per omicidio colposo, ora la procura del capoluogo partenopeo potrebbb trasferire il caso alla sezione che si occupa dei reati sessuali.

Contro casa Fabozzi, peraltro, sono state lanciate anche alcune molotov da parte di ignoti.

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