La polizia tunisina ferma 75 migranti pronti a partire per l'Italia

Tre operazioni in tre diverse località permettono alla Polizia tunisina di bloccare cinque barchini pronti a portare 75 migranti in Italia: si conferma sempre di più l'inquietante fenomeno delle partenze dalla Tunisia anche di migranti sub sahariani

La polizia tunisina ferma 75 migranti pronti a partire per l'Italia

Se a Lampedusa ne sbarcano 108 in una sola notte, dall’altra parte del Mediterraneo in 75 vengono fermati dalla Polizia tunisina mentre sono in procinto di partire verso l’Italia. È un ulteriore conferma di come l’esodo di migranti verso il nostro paese dalla Tunisia non accenna a placarsi.

I fermi arrivano in tre diverse operazioni delle forze dell’ordine tunisine, così come confermato da fonti del locale ministero dell’interno. In particolare, cinque barchini pronti a portare, come detto, 75 persone in Italia vengono scoperti prima della partenza in tre distinte località del paese. La prima operazione viene svolta ad El Kraten, nella provincia di Kerkennah e quindi nel governatorato di Sfax, una delle zone più vicine a Lampedusa.

La seconda operazione invece avviene a Chebba, nel governatorato di Mahdia ed un’altra infine nella cittadina di El Hassiane, nella provincia di Kalaat Landlous. In quest’ultimo caso si è nel nord della Tunisia e, in particolare, nel governatorato di Biserta.

Tra i 75 migranti fermati sulle spiagge prima di partire, 34 sono di origine sub sahariana. Anche questo elemento rappresenta un’ulteriore conferma di quanto sottolineato in questi giorni: molti gruppi che prima partono dalla Libia, adesso sfruttano i porti della Tunisia.

Prima da qui partono soltanto tunisini, molti dei quali giovani che provano una traversata al culmine della quale si approda lungo le coste di Lampedusa o della Sicilia praticamene senza controlli. Da questo mese di settembre invece, la situazione è cambiata: a partire dalla Tunisia sono anche persone di nazionalità sub sahariana, le quali fino a poche settimane fa sfruttano soltanto la rotta libica.

È il segno di come i gruppi criminali operanti in Libia adesso di spostano sempre più ad ovest di Tripoli, facendo partire i barconi dai porti a ridosso del confine tunisino oppure, come testimoniato dalle tre operazioni sopra raccontate, anche dalle spiagge al di là della frontiere della Tunisia.

Un fenomeno preoccupante, che suscita l’attenzione dei nostri servizi segreti oltre che delle forze di sicurezza locali. Il timore è che le organizzazioni criminali sfruttino la rotta tunisina per far approdare centinaia di migranti direttamente a Lampedusa, tramite i cosiddetti “sbarchi fantasma” o sbarchi autonomi.

Uno di questi nella scorsa notte porta 16 persone sull’isola più grande delle Pelagie, a poche ore dallo sbarco di un peschereccio che invece fa approdare 92 migranti la cui nazionalità anche in questo caso è sia tunisina che di alcuni paesi subsahariani.

Sul fronte delle Ong invece, la Ocean Viking ha a bordo quasi duecento migranti a seguito di tre operazioni di recupero di altrettanti barconi partiti dalla Libia. La nave dell’Ong francese Sos Mediterranée si trova in acque internazionali, in un punto non lontano da Malta.

E l’organizzazione francese, che coopera con Medici Senza Frontiere, lancia accuse proprio al governo di La Valletta: “L'ordine (dato da Malta, ndr) di sbarcare solo 35 dei 217 naufraghi soccorsi a bordo della Ocean Viking, è un'altra vergognosa dimostrazione delle disumane politiche migratorie europee – si legge in un comunicato dell’Ong – I leader europei stanno usando le persone soccorse come pedine mentre discutono e negoziano ridistribuzioni e ricollocamenti".

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