Prostitute italiane contro le cinesi: ​"Prezzi bassi, è concorrenza sleale"

Sotto il Vesuvio il mestiere più antico del mondo parla la lingua del dragone: bastano 20 euro per un rapporto orale, 40 per un fare sesso

Prostitute italiane contro le cinesi: ​"Prezzi bassi, è concorrenza sleale"

Mentre la Lega continua la sua battaglia in Parlamento per tassare la prostituzione, a Napoli le lucciole con gli occhi a mandorla stanno facendo strada. Nel capoluogo partenopeo la libido made in China è la più gettonata tra i clienti notturni e il motivo è presto detto: le squillo cinesi garantiscono prestazioni sessuali a costi molti più bassi rispetto alle tradizionali tariffe fissate dalle prostitute rumene, albanesi, africane, oltre che italiane, travestiti e transessuali, che contestano la concorrenza ritenuta sleale. E non è raro, raccontano i frequentatori, assistere a violente colluttazioni tra colleghe in piena notte.

Con venti euro ci si assicura un rapporto orale, pagando il doppio si ha a un rapporto completo. Le lanternine hanno tra i 18 e i 40 anni. Nelle ore diurne lavorano nei centri benessere, presi d’assalto da uomini benestanti e in carriera. Dal crepuscolo in poi vanno a occupare la propria postazione sul marciapiede, dai caratteristici vicoli del centro storico fino alla zona industriale nei pressi della Stazione di Napoli Gianturco. Il business, rigorosamente illegale, è alle stelle: centinaia di migliaia di euro vanno dritte ogni mese nelle tasche dei comandanti invisibili, alle subalterne resta la mancia.

Un contentino non certo da buttare, altrimenti non si spiegherebbe la caterva di candidature che negli ultimi anni perviene alla potentissima industria del sesso orientale: si stima che le mandarine percepiscano una busta paga di almeno 3mila euro, destinati in parte ai loro parenti che vivono in Cina. Sotto il Vesuvio il mestiere più antico del mondo parla la lingua del dragone. 'O nnapulitano tira sempre di meno.

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