"Si tratta di danni all'agricoltura di centinaia di migliaia di euro" dichiara al Giornale.it Michele Lacenere, presidente di Confagricoltura della provincia Bat e di Bari. La presenza dei cinghiali sul territorio pugliese diventa sempre più un'emergenza.
"Sono circa vent'anni che questi animali si trovano sul nostro territorio, ma ora c'è un vero e proprio sovrappopolamento". Si tratta di onnivori, pertanto l'intera agricoltura è messa in ginocchio. Mangiano cereali, leguminose, ortaggi e uva. Insomma tutte coltivazioni su cui si basa la produzione agricola pugliese.
I cinghiali sono stati dapprima tutelati nel rispetto della legge-quadro che regola la caccia in Italia secondo cui "la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale".
Pertanto, con la presenza del "Parco naturale Terra delle Gravine" tra Taranto e Brindisi e il "Parco Nazionale Alta Murgia" (un'area protetta tra le province di Bari e di Barletta-Andria-Trani) "i cinghiali sono stati tutelati trovandosi in aree protette" come ha ancora sottolineato Lacenere. Certo, nulla in contraro, il problema è che però ora c'è una situazione di emergenza, come detto, e non solo ci sono ingenti danni all'agricoltura, ma è anche tanta la paura tra i cittadini che spesso si trovano faccia a faccia con questi animali.
Appena quattro mesi fa a Corato (un Comune in provincia di Bari), due amici in cerca di funghi nel parco nazionale dell'Alta Murgia si sono improvvisamente trovati davanti a un branco di cento cinghiali che li stava per travolgere. Un comportamento anomalo del branco ha salvato la vita ai due uomini in preda al panico. A circa una decina di metri dai due amici, i cinghiali si sono fermati di colpo, senza alcuna spiegazione, e si sono distesi sul terreno.
Ma ad agitare i sonni dei pugliesi non sono solo i cinghiali, ma anche i lupi. "Sono un valore aggiunto per l'ecosistema - conclude Lacenere - ma gli allevatori subiscono ingenti danni da parte di questi animali carnivori e non sempre vengono risarciti".
Qualcosa per la tutela dell'agricoltura, dell'allevamento e l'incolumità delle persone si sta muovendo in Puglia.
L'Arif (l'agenzia regionale pugliese per le opere irrigue e forestali), e il Parco nazionale dell'Alta Murgia hanno deciso di gestire insieme un sistema di cattura dei cinghiali nell'area protetta, con la collaborazione del dipartimento di Biologia dell'Università di Bari e dei carabinieri forestali in servizio nel Parco. È stata infatti firmata a dicembre scorso una convenzione. Nel territorio del Parco sono stati montati e già dislocati sei 'Corral', recinti per la cattura degli ungulati (mammiferi di cui fanno parte i cinghiali) la cui presenza è, appunto, sempre più massiccia sul territorio e rappresenta un pericolo per l'uomo.
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