Il passato inedito di Bergoglio: "Quando il Papa era di destra"

Il libro postumo di Emidio Novi svela alcuni retroscena sui legami tra Papa Francesco e la dittatura peronista in Argentina. L'autore: "La sua deriva progressista? Per farsi perdonare il passato 'fascista' durato fino agli anni '80"

Il passato inedito di Bergoglio: "Quando il Papa era di destra"

Oggi tutto il mondo lo celebra come un’icona liberal, ma in passato Papa Francesco sarebbe stato tra i più aspri oppositori della teologia della liberazione.

A dirlo è il ritratto inedito del Santo Padre tracciato nel libro postumo di Emidio Novi, “La riscossa populista” (Controcorrente). Il giornalista e senatore di Forza Italia, scomparso prematuramente nell’agosto scorso, ripercorre le tappe del controverso passato “peronista” di Papa Bergoglio. Francesco, che negli anni Settanta era un semplice sacerdote gesuita, fu tra i sostenitori della la Guardia de hierro, organizzazione nazionalista, cattolica e anti-comunista, palesemente ispirata alla Guardia di ferro romena di Corneliu Zelea Codreanu, un'organizzazione fascista diffusa in Romania negli anni ‘30.

Ma all’epoca, come ricorda Marcello Veneziani su La Verità citando il quotidiano argentino Clarin, l’appartenenza ad un sodalizio simile per George Mario Bergoglio non era affatto un problema, anzi. Il legame con l’associazione, che contava decine di migliaia di attivisti anti-comunisti e giustizialisti, era talmente saldo che quando al futuro Papa fu affidato il compito di dirigere l’università gesuita di El Salvador, scelse di affidarne la gestione proprio a due militanti peronisti della Guardia de hierro, Francisco José Pinon e Walter Romero.

Le sue posizioni nazionaliste e peroniste gli costarono critiche da parte dei suoi confratelli di sinistra e accuse di collaborazionismo con la dittatura militare. A scagliarsi contro di lui ci fu anche il Nobel per la Pace, Adolfo Perez Esquivel, che in seguito, però, a margine di un incontro del 2013 con Papa Francesco in Vaticano, tornò sui suoi passi definendolo una “vittima” del regime dei generali argentini. Secondo Novi, però, il Papa iniziò a prendere le distanze dal peronismo soltanto dopo il crollo del regime.

Per questo motivo, secondo l'autore del libro, le attuali tesi

progressiste predicate urbi et orbi dal pontefice argentino non sarebbero altro che il tentativo di saldare il debito con un passato nazionalista e populista che poco si addice al suo pontificato pauperista e riformatore.

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