Quattro mesi di carcere e una multa di duemila euro. Questa la condanna che la Cassazione ha inflitto a un uomo di 52 anni di Palermo che guardava i canali Sky senza usata la smart card perché aveva "taroccato" il decoder, regolarmente alimentato alla rete internet domestica e lo aveva collegato alla tv e all’impianto satellitare. Il ricorso dell'imputato è stato dichiarato inammissibile dai giudici di Cassazione che hanno confermato la sentenza emessa dalla Corte d’appello palermitana in quanto la"condotta incriminata", si legge nella sentenza depositata oggi, è stata "correttamente" ricondotta nell’ambito della legge sul diritto d’autore (articolo 171 octies della legge 633/1941), ed è "pacificamente consistita nella decodificazione ad uso privato di programmi televisivi ad accesso condizionato e, dunque protetto, eludendo le misure tecnologiche destinate ad impedire l’accesso poste in essere da parte dell’emittente, senza che assumano rilievo - spiega ancora la Cassazione - le concrete modalità con cui l’elusione venga attuata, evidenziandone la finalità fraudolenta nel mancato pagamento del canone applicato agli utenti per l’accesso ai suddetti programmi".
La condotta di chi "utilizza i dispositivi che consentono l’accesso ad un servizio criptato senza il pagamento del dovuto
corrispettivo" è stata "sanzionata" dalla legge "indipendentemente - osserva la Suprema Corte - dall’utilizzo pubblico o privato che venga fatto dell’apparecchio atto alla decodificazione di trasmissioni audiovisive".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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