La rabbia di Tor Sapienza, contestato Marino: "Buffone"

Ancora tensione nella banlieue romana. La frustrazione dei residenti. Dopo giorni di silenzio, Marino raccoglie solo fischi. Alfano "latita"

La rabbia di Tor Sapienza, contestato Marino: "Buffone"

"Dopo il centro degli immigrati passiamo qui". Non si fermano gli abitanti di Tor Sapienza. Ora, dopo gli immigrati che vivo nel centro di prima accoglienza, l'obiettivo è "sgomberare gli appartamenti occupati dai romeni, dagli slavi", che poi sono locali chiusi, forse negozi, dove vivono famiglie. La rabbia nella banlieue romana non si placa. Non va via, resta come le luci dei lampeggianti di polizia e carabinieri che presidiano viale Giorgio Morandi. Oggi è stata un’altra giornata di protesta e violenza che ha scaldato gli animi tra cittadini ed immigrati, separati da una lingua d’asfalto e dall’esasperazione di chi il quartiere lo vive ogni giorno, tra degrado e senso di abbandono riassunto nei cartelli sollevati in cielo dai manifestanti: "Non siamo razzisti, ma questi devono andare tutti via". Slogan di una rabbiosa contraddizione.

Questa mattina quattordici immigrati minorenni dei trentasei, che sono stati trasferiti ieri, sono tornati al centro di accoglienza. "Siete le nostre mamme e i nostri papà - dicono agli operatori i ragazzi - vogliamo tornare qui e riprendere a frequentare i nostri corsi con voi". I ragazzi sono seduti sul marciapiede. Dall’altra parte della strada ci sono i residenti. Che continuano a dire: "Dovete andare via tutti". E le forze dell'ordine non possono fare altro che riportarli indietro. Ma nemmeno il parziale trasferimento dei minori dal centro placa gli animi. "Siamo stufi - urla una signora in strada - ogni giorno c'è un’aggressione, non ci sentiamo nè sicuri nè tantomeno tutelati". E continua: "Il comune ha tanti posti li mandassero nei container fuori dal raccordo, la città è degli italiani". "E poi dicono che non sono razzisti...", replica la responsabile del centro Gabriella Errico che da giorni vive blindata. Cerca di trovare una giustificazione Marco Ridolfo, parroco della zona. "Questo quartiere soffre il degrado e l’assenza di sicurezza e non riguarda la comunità di immigrati - dice - ora si parlerà solo di razzismo e basta ma questo è la punta dell’iceberg i problemi sono anche di degrado e scarsa sicurezza: sono legati alla prostituzione, allo spaccio frequente che avviene nella zona, alla scarsa illuminazione".

"Ma Marino dov’è?", chiedono i residenti da giorni, mentre si diffondono la notizia dell’ennesima aggressione da parte di un immigrato ai danni di un anziano. E, dopo giorni di silenzio, il sindaco di Roma Ignazio Marino decide di farsi vedere. Si affretta a visitare il centro di viale Morando per portare la propria solidarietà a cittadini e immigrati. Una tardiva passerella che non fa altro che acuire la frustrazione dei residenti. Che lo contestano coprendolo di fischi: "Buffone, hai rovinato questa città". E urlano: "Vergogna, vergogna". Il chirurgo dem, sempre protetto da un cordone delle forze dell’ordine, non può fare un passo senza essere coperto da insulti e contestazioni.

Finché, quando lascia Tor Sapienza, lo salutano con "Scappa via, vigliacco".

Al Viminale, intanto, tutto tace. Almeno per il momento, il ministro dell'Interno Angelino Alfano continua a latitare.

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