"Riciclati impresentabili". Travaglio all'attacco del centrodestra

Il giornalista prende di mira la classe dirigente del centrodestra: "C'è tanto vecchiume, se escludi detenuti e deceduti...". Per Giuseppe Conte, invece, il commento è benevolo

"Riciclati impresentabili". Travaglio all'attacco del centrodestra

Il "rosicometro" politico, empirico misuratore dei livori post-elettorali, ha raggiunto nuove vette di intensità. Per registrare un'impennata delle acredini antimeloniane bastava sintonizzarsi ieri sera su La7. A diMartedì, talk show dell'emittente terzopolista condotto da Giovanni Floris, l'analisi del voto è stata infatti caratterizzata da un susseguirsi di critiche al centrodestra e alla leader di Fratelli d'Italia. In particolare, è stato Marco Travaglio a distinguersi per il proprio affondo contro i vincitori delle elezioni, da lui accusati di avere una classe dirigente "impresentabile".

Del resto, non avendo particolari spunti a cui appigliarsi, il giornalista ha colto al balzo una provocazione del conduttore ed è andato all'attacco. "Differenze tra il centrodestra nuovo e quello di Berlusconi? Io ne vedo abbastanza poche. Cambia solo la frontwoman, cioè il volto che viene messo davanti a una classe dirigente che è sempre la stessa e che ha già fallito", ha affermato il direttore del Fatto Quotidiano. Poi l'ulteriore affondo: "Molti di questa classe dirigente sono riciclati. Sono sempre gli stessi con l'aggravante che sono pure invecchiati di dodici anni".

L'analisi giustizialista

Poco importa che, ovviamente, anche nel centrodestra ci siano stati nuovi innesti. "C'è tanto vecchiume. Praticamente se escludi due o tre deceduti e due o tre detenuti sono gli stessi", ha sostenuto Travaglio, passando poi a un'altra specialità d'ispirazione giustizialista: l'analisi "tribunalizia" del voto. "Meloni, rispetto a Berlusconi, non ha impicci giudiziari almeno per sé, ma ne hanno i suoi perché ha una classe dirigente impresentabile", ha infatti proseguito il direttore del Fatto. E ancora, sempre in riferimento alle personalità del centrodestra, ha sentenziato: "Quello che preoccupa e ciò che c’è intorno, insieme al folclore dei nostalgici, che in certi casi folclore non è".

Non è mancato poi un commento sul nuovo presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani: "Non è in controtendenza con la vittoria della destra, ma è proprio la cartina di tornasole di cosa è la vecchia destra che spacciamo per nuova. Sono sempre gli stessi invecchiati...". Nel corso del suo intervento, il giornalista ha poi bacchettato anche il Pd ed Enrico Letta, rei a suo giudizio di aver "spianato la strada alla Meloni".

Il commento benevolo su Conte

L'unico commento benevolo? Quello riservato a

Giuseppe Conte, of course. "Regolarmente chi cerca di ammazzarlo, muore. E la vittima invece è viva e vivace come dimostrano i risultati delle elezioni". Insomma, uno sconfitto ma di successo, secondo il giornalista.

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