Il sudanese in possesso di regolare permesso di soggiorno in Italia girava con in dosso gioielli rubati per oltre ventimila euro, senza contare i quattro telefonini cellulari e le nove schede telefoniche, anch’essi di provenienza furtiva. Si stima che soltanto un “solitario” (anello con diamante) trovatogli in tasca, valesse diciottomila euro.
Ci sono, quindi, la collana a maglie del tipo Cartier e un altro anello d’oro. Insomma, un bel “tesoretto” per chi dovrebbe scappare dalla povertà. I poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine di Genova, alla guida del dirigente del commissariato, Saverio Aricò, lo hanno fermato nel centro di Ventimiglia, in provincia di Imperia, durante un normale controllo del territorio.
Alla richiesta dei documenti, l’uomo ha subito estratto il permesso di soggiorno, fiero di poter così dimostrare la propria regolarità in Italia. E fin qui tutto bene. Se non fosse per quell’altra mano, con cui cercava di nascondere qualcosa. Una mossa che non è passata inosservata ai poliziotti, che a quel punto hanno proceduto a una perquisizione personale e dello zaino, trovando, come per incanto, i preziosi.
Al momento di dare spiegazioni sulla provenienza della refurtiva, il sudanese, non sapendo proprio come uscirne, alla fine ha detto di aver trovato i gioielli nella spazzatura. Poco originale come scusa e comunque, trovandosi in possesso di gioielli rubati, dovrà rispondere di ricettazione, reato ancora più grave del furto.
Ora, però, la polizia cerca i proprietari sia dei gioielli che dei quattro telefonini rubati: uno smartphone marca “Blackberry” di colore nero; uno smartphone “Lg” di colore grigio; un cellulare Samsung e un Nokia, entrambi di colore nero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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