Un impiegato calabrese di 49 anni, S.M., ha rischiato il fermo amministrativo della sua automobile per un debito di soli 5 centesimi, riferito all’anno 2010 e registrato presso la direzione provinciale di Brescia dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Debito lievitato dopo oltre un decennio a 11,91 centesimi in virtù della relativa sanzione pecuniaria per l’omesso versamento.
Il lavoratore è stato costretto a una celere regolarizzazione della sua posizione al fine di scongiurare disagi e danni economici a lui e alla sua famiglia. L’uomo, residente nella provincia di Cosenza, nel piccolo centro di Fuscaldo, è infatti corso a regolarizzare il pagamento presso gli uffici competenti, nonostante abbia mostrato inizialmente tanta indifferenza verso i pregressi reiterati e noiosi solleciti dell’Ufficio territoriale Gardone Val Trompia. Quei 0,05 centesimi, richiesti dalla solerte Agenzia delle Entrate a titolo di indennità per il reddito delle persone fisiche (Irpef), riferiti alla fine di un precedente rapporto di lavoro dipendente, hanno creato non poca agitazione al malcapitato lavoratore privato, costretto nei cinque giorni di legge a versare complessivi 11,91 centesimi al fine di scongiurare altri disagi.
“Sono sbalordito e comunque infuriato con tutta questa burocrazia”, è lo sfogo del fuscaldese. “Ho pagato, intanto perché non ho mai avuto pendenze o debiti, avendo sempre onorato questi impegni, ma anche per evitare noie. È mai possibile attivare procedure così costose e complesse per soli 5 centesimi riferiti a una vicenda di 11 anni fa?”, s’è chiesto il 49enne. S.M., coniugato, padre di un bambino, lavora presso un Pet Shop della costa tirrenica cosentina. “Ho bisogno della mia auto per recarmi sul posto di lavoro – ha raccontato – mi avrebbero recato disagi e gravi danni economici con un fermo amministrativo per una somma irrisoria che, onestamente, non ricordo nemmeno a cosa corrisponda di preciso, anche se nel provvedimento viene evidenziato che è una somma relativa all’imposta sulle persone fisiche, scaturita da un precedente rapporto di lavoro. Ma non comprendo cosa rappresenti questa somma irrisoria.
Tuttavia – ha aggiunto – appena ho ricevuto la intimazione di pagamento dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, sono corso a pagare per non peggiorare la situazione”, ha concluso l’uomo, amareggiato e adirato per “l’antipatica situazione venutasi a determinare” a suo carico.
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