L’Italia intera, da giorni, è stretta nella morsa del gelo. E “gelato” è stato anche il rientro a scuola, stamane, di tanti bambini e ragazzi negli istituti scolastici della Capitale. In moltissime scuole romane, infatti, i bimbi sono stati costretti a fare lezione con cappotto, sciarpa e cappellino, o sono addirittura dovuti tornare a casa, per colpa dei riscaldamenti che, accusano genitori ed insegnanti, riaccesi dopo la pausa natalizia, sono partiti in ritardo e, in alcuni casi, non hanno proprio funzionato.
Polemiche sull'ordinanza della Raggi
Durante la mattinata di lunedì si sono moltiplicate le segnalazioni, che dal centro alle zone più periferiche, hanno denunciato i disagi legati al freddo. E con le segnalazioni si sono moltiplicate pure le polemiche sull’operazione "scuole calde", con cui il Campidoglio aveva disposto l’accensione degli impianti di riscaldamento tra sabato e domenica, “in modo che gli studenti possano trovare gli edifici scolastici già riscaldati, lunedì 9 gennaio, al loro rientro dopo la pausa di Natale”. Il piano, che, come si legge sul sito del Comune di Roma, prevedeva l’accensione degli impianti lunedì 9 alle tre del mattino con l’orario “prolungato di un'ora rispetto alle 10 normalmente previste”, l’avvio della “manutenzione antigelo degli impianti” e ”un servizio speciale, con squadre di tecnici pronte a intervenire per eventuali emergenze dalle 6 del mattino di lunedì”, non ha funzionato. Le caldaie, infatti, che avrebbero dovuto essere accese ieri in molti casi non sono state avviate. Dai municipi spiegano che l’ordinanza della sindaca è arrivata troppo tardi, e che, quindi, “la mancanza di preavviso ha reso difficile predisporre gli interventi”. L’ordinanza è stata giudicata tardiva anche da dirigenti scolastici e genitori.
Decine di scuole al gelo
Così, al rientro dalle vacanze di Natale, a Roma si è scatenato il caos, con bambini intirrizziti e genitori nel panico. Qualche preside ha cercato di metterci una pezza, chiedendo ai genitori di "far vestire più pesanti gli alunni". Ma in molti casi, non è servito neanche questo, e tante mamme e papà hanno deciso di riportare a casa i propri figli dopo poche ore dall’inizio delle lezioni. Alla scuola elementare Diaz e alla Trento e Trieste, rispettivamente in zona San Giovanni e a via dei Giubbonari, le temperature delle aule erano di pochi gradi sopra lo zero. Così anche a Roma Nord. Termosifoni spenti anche in tre scuole primarie e dell’infanzia del II municipio a causa di guasti agli impianti, come è successo alla Falcone e Borsellino di via Reggio Calabria. Gelo anche nelle aule delle scuole del V municipio, nella scuola dell'infanzia di via di Casal Bianco e nella scuola media vicina. Due gli istituti scolastici al freddo in zona San Basilio e Torraccia. I riscaldamenti sono partiti in ritardo anche in una scuola elementare a Spinaceto. Il quotidiano Repubblica da notizia, tra le altre, anche della chiusura di alcuni licei nel XII municipio, e di guasti agli impianti di riscaldamento in un altro istituto nel quartiere San Paolo.
La polemica in Campidoglio
Sulla mancata concretizzazione dell’operazione "scuole calde", si è scatenata ovviamente la polemica politica. Di “flop" del Campidoglio ha parlato il consigliere comunale del Pd Valeria Baglio.
“Si tratta di una vicenda grave sulla quale vogliamo conoscere le responsabilità a cominciare dal sindaco che ha annunciato una misura non messa in essere nella maggior parte dei casi", ha dichiarato, invece, Andrea De Priamo, consigliere comunale di Fratelli d’Italia e vicepresidente dell'Assemblea Capitolina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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