Una storia a dir poco vergognosa quella raccontata al Corriere fiorentino dall'80enne Carlo Paolo Romei, un padre che oltre a subire il dolore della perdita di una figlia, scomparsa a causa di una grave malattia, ha scoperto con amarezza che una operatrice socio sanitaria (oss) dell'ospedale aveva addirittura derubato la sua Antonella, mentre lottava fra la vita e la morte.
"Se potessi guardarla negli occhi resterei in silenzio, nessuna parola potrebbe esprimere il disprezzo che ho per il suo gesto", dichiara Romei al Corriere della sera, ripensando a tutta quanta la storia. Sua figlia Antonella, 53enne, è scomparsa dopo aver combattuto contro una malattia. Si trovava ricoverata nel reparto di Chirurgia dell’ospedale Santo Stefano, ed è proprio lì che l'operatrice operava in maniera vergognosa, impossessandosi dei bancomat dei pazienti allettati.
"È stata mia moglie a convincermi a denunciare. Per me è una soddisfazione morale", racconta l'80enne. Romei ha infatti sporto denuncia, mettendo fine a questa pratica ignobile. Quanto sarà recuperato dal bancomat della figlia, spiega l'anziano padre, verrà dato in beneficenza alla parrocchia, all’ospedale Meyer o ad altre famiglie bisognose.
L'oss, intanto, una donna di nazionalità rumena, è stata denunciata per furto e frode informatica. "Aveva più carte e le usava a ripetizione", riferiscono le autorità locali. Con i bancomat venivano effettuate spese in negozi di Prato, Firenze e Scandicci. Natualmente gli orari e i luoghi degli acquisti non potevano risultare compatibili con i reali possessori delle carte, che si trovavano in ospedale. Secondo i carabinieri che si sono occupati delle indagini, l'opetrice sanitaria agiva indisturbata, approfittando del fatto che i pazienti si trovassero in condizioni troppo gravi anche solo per accorgersi di essere derubati.
"Quando controllai i documenti di mia figlia, vidi che c’era la carta di credito e non il bancomat. Lì per lì non detti peso alla cosa, pensai le avesse unificate. Passato qualche giorno però notai dei prelievi anomali, se non altro quelli successivi alla sua morte: erano tutti sotto i 25 euro, la maggior parte in supermercati pratesi e in parafarmacie di Scandicci", racconta Romei. "Abbiamo fatto un estratto conto e rispetto al periodo preso in esame venivano fuori 320 euro di spese. Impossibile!". Da qui la decisione di denunciare.
Romei ha presentato una copia dei documenti bancari ai carabinieri e all'Ufficio protocollo dell’Asl. Persino la caposala del reparto di Chirurgia è stata informata. "Due giorni dopo i carabinieri mi hanno richiamato dicendo che avevano individuato la presunta responsabile, questa signora", conclude Romei. "Ci è dispiaciuto enormemente per la memoria di nostra figlia, ma abbiamo saputo reagire come si deve.
Generalmente le persone non denunciano perché in queste situazioni sono prese dal dispiacere e se manca qualche centinaio d’euro lasciano perdere".Ancora nessuna notizia in merito ad una sospensione dell'operatrice socio sanitaria.
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