Salento, le spiagge rischiano di scomparire

Il presidente degli agronomi leccesi lancia un appello. La tutela del territorio contro il turismo selvaggio

Salento, le spiagge rischiano di scomparire

“Situazioni a rischio nel Salento, micro e macro ferite create dai bagnanti alle dune per accedere in spiaggia, distruzione della vegetazione ed interventi invasivi per far spazio a strutture” rappresentano pericoli concreti per la sopravvivenza dell'habitat costiero salentino. Così Rosario Centonze, presidente dell'ordine degli agronomi di Lecce, lancia l'allarme.

Centonze mette in guardia: l'ecosistema del Salento può essere compromesso dal sovraffollamento di turisti e dalla gestione sregolata.

Dietro gli stabilimenti balneari su scogliere a picco sul mare, dietro piscine di acqua salata e comodi parcheggi, spesso abusivi, tra le dune a due passi dal mare, c'è la natura violata.

Il presidente dell'ordine salentino degli agronomi invita così gli operatori turistici e gli stessi bagnanti alla massima attenzione per evitare che venga compromesso l'habitat naturale. "Proprio in vista dell'arrivo di agosto - dice l'agronomo agli organi di stampa - mese in cui si registra la massima concentrazione di bagnanti, mi preme lanciare un appello contro l'uso indiscriminato delle spiagge e del litorale.”

"La vegetazione – continua il presidente nelle sue dichiarazioni - ha un ruolo fondamentale nella stabilizzazione delle dune, che a loro volta sono una barriera importante per evitare la dispersione della sabbia e quindi l'erosione del litorale".

Si tratta di tutelare le dune di sabbia che hanno origini lontanissime (alcune sono databili da 7000 a 3000 anni fa) e una vegetazione, la “macchia mediterranea”, che funge da barriera per la sabbia. Sono i ginepri, la garinga, il timo, il finocchio e l'elicriso.

"Si tratta di una flora e una fauna molto ricche e diversificate, che meriterebbero la massima tutela", ha sottolineato Centonze.

La tutela passa anche attraverso la costruzione di strutture non abusive con passerelle ad hoc per non distruggere il paesaggio. Regole appunto, per rispettare la natura e custodirla.

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