Sanità, mancati pagamenti per almeno 24,4 miliardi

La Cgia di Mestre denuncia gli sprechi e l'enorme debito contratto dal servizio sanitario nazionale

Sanità, mancati pagamenti per almeno 24,4 miliardi

È enorme il debito che la sanità italiana ha accumulato nei confronti dei propri fornitori. Si tratterebbe, infatti, di un buco di almeno 24,4 miliardi di euro.

I dati sono riferiti al 2013 (ultima rilevazione disponibile) e, secondo la Cgia di Mestre, "sono sicuramente sottostimati": nel conteggio non sono infatti inclusi i mancati pagamenti registrati dalle Asl della Toscana e della Calabria.

Il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, ha affermato che "sebbene negli ultimi anni l'andamento dello stock del debito sanitario risulti in calo è verosimile ritenere che il dato riferito al 2014 non si dovrebbe discostare moltissimo da quello relativo al 2013. Ovviamente, le politiche messe in atto dagli ultimi governi attraverso le anticipazioni di liquidità sono proseguite anche l'anno scorso. Tuttavia, tenendo conto del fatto che nel corso del 2014 dovrebbe essersi accumulata una nuova quota di debito sanitario e aggiungendo i mancati pagamenti della Toscana e della Calabria, il debito complessivo non dovrebbe allontanarsi di molto dal risultato emerso nella rilevazione del 2013".

Bortolussi ha anche aggiunto che, "se da un lato le Asl pagano con molto ritardo, è anche ormai noto che in molti casi le forniture vengono acquistate a importi superiori ai prezzi di mercato e con forti differenze a livello regionale. Se, come ha avuto modo di denunciare nel novembre scorso il ministro Beatrice Lorenzin, nella sanità si annidano circa 30 miliardi di euro di sprechi, è verosimile ritenere che una parte dei ritardi nei pagamenti sia in qualche modo riconducibile alle distorsioni sopra descritte. In altre parole, non è da escludere che tra le parti avvengano degli accordi non scritti per cui le Asl o le case di cura impongano ai propri fornitori pagamenti con ritardi pesantissimi, ma a prezzi superiori rispetto a quelli, ad esempio, praticati nel settore privato".

Nonostante l'ammontare degli sprechi denunciato dal ministro Lorenzin, l'Ufficio studi della Cgia puntualizza che "la nostra spesa sanitaria pubblica è inferiore di oltre 1,5 punti percentuali di Pil rispetto a quella francese o tedesca. Inoltre, la qualità del servizio reso ai cittadini italiani, soprattutto in molte aree del Centro Nord, non ha eguali nel resto d'Europa".

La sanità regionale più indebitata è quella del Lazio, con 5,9 miliardi di euro. Seguono Campania, con 3,8 miliardi di euro, Lombardia e Piemonte, entrambe con 2,2 miliardi, e il Veneto, con 2 miliardi di euro ancora da onorare. Se, invece, si rapporta il debito alla popolazione residente, il primato spetta al Molise, con 1.416 euro pro capite. Seguono il Lazio, con 1.017 euro pro capite, la Campania con 660 euro pro capite e il Piemonte, con 510 euro per ogni residente.

Probabilmente, conclude la Cgia, un contributo importante alla riduzione dei tempi di pagamento potrebbe avvenire con l'introduzione della fattura elettronica.

La legge, infatti, ha stabilito che dal prossimo 31 marzo tutta la pubblica amministrazione non potrà più accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea. Inoltre, a partire dal 30 giugno di quest'anno, le Pa non potranno procedere al pagamento, neppure parziale, fino all'invio del documento in forma elettronica

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