Scala disertata dai politici: schiaffo a Milano

Scala disertata dai politici: schiaffo a Milano

Nemmeno ci fosse ancora la peste. Anche il presidente del Senato Pietro Grasso, a poche ore dall'alzarsi del sipario, annuncia che ha altri impegni e non potrà essere a Milano. Più che l'Andrea Chénier di Umberto Giordano, questa sera per la Prima di sant'Ambrogio si sarebbe dovuta mettere in scena una bella Cenerentola di Gioachino Rossini. Perché questa è la considerazione di cui ormai gode la Scala nei Palazzi di Roma, quella che pur tra i cumuli delle immondizie e l'incapacità di far funzionare i tram, continua a considerarsi la capitale d'Italia. E a trattare dunque gli altri come provincia dell'impero. Non si spiega altrimenti l'ennesima umiliazione inflitta alla città leader di un territorio che produce una bella fetta del Pil nel Paese, gran parte della cultura e guida i giovani verso il futuro, potendosi considerare l'unica in grado di mantenere il passo delle altre grandi capitali mondiali. E così questa sera la cronaca di quello che (nonostante Roma) continua a essere per l'Italia (almeno nel mondo) il maggior evento culturale dell'anno, dovrà partire dall'elenco degli assenti. Perché tradizione voleva che nel palco reale ci fossero alternativamente il presidente della Repubblica o il primo ministro. E oggi non ci saranno né Sergio Mattarella, né Paolo Gentiloni. Un rattoppo poteva sembrare la seconda carica della Stato, quel Grasso che ha aspettato l'ultimo momento per tirare il pacco. Lontana da Milano anche la presidente della Camera Laura Boldrini, numero tre nel protocollo istituzionale, a rappresentare lo Stato ci sarà un sottosegretario. Per la verità pure un po' azzoppato, perché si tratta di quella Maria Elena Boschi che ha evidentemente trovato qualche ora libera nel groviglio dei suoi guai tra il disinvolto papà e i bilanci in rosso Banca Etruria. A farle da valletti i ministri Dario Franceschini, Pier Carlo Padoan e Claudio De Vincenti (una buona occasione per scoprire che in Italia esiste anche un ministro per la Coesione territoriale). Di che cosa poi si occupi, magari lo si cercherà di capire in un'altra occasione, ma per questa sera anche per lui ci sarà una poltrona che per i comuni mortali costa la bellezza di tremila euro. Perché sarà pur Cenerentola, ma Milano costa sempre cara. E ora sarà magari anche il caso di riflettere perché se Roma, dopo averle fatto appena perdere l'Agenzia europea del farmaco, la prende ancora una volta a pesci in faccia, di qualcuno sarà pur la colpa. Di certo dell'arroganza dei Palazzi della politica con vista sul Tevere, ma forse anche dei vertici della Scala che dovrebbero cominciare a battere il pugno per avere più peso. Il sovrintendente, ma anche Giuseppe Sala che oltre che da sindaco, non ci ha fatto una bella figura nemmeno come presidente della Fondazione.

Ruoli nei quali Letizia Moratti aveva mostrato ben altro piglio, vincendo l'Expo per Milano e affollando il palco reale a sant'Ambrogio con presidenti, re, regine e sceicchi. In arrivo da ogni angolo del mondo, quella volta anche da Roma.

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