Scontro tra Mieli e Travaglio: "Basta col gioco delle anticipazioni", "Ma cosa dici?"

Botta e risposta tra i due giornalisti, ospiti a Otto e mezzo, dove si è parlato di coronavirus. Dura la critica di Mieli contro il modo di comunicare del governo

Scontro tra Mieli e Travaglio: "Basta col gioco delle anticipazioni", "Ma cosa dici?"

Un duro scontro, quello che ha visto protagonisti i giornalisti Paolo Mieli e Marco Travaglio, ospiti in diretta da Lilli Gruber, durante la puntata di Otto e mezzo, il programma di La7. Il tema della discussione era il coronavirus e si ragionava in particolare sulle mosse del governo nell'approvazione delle misure per combattere il Covid-19 e, in particolare, sulla comunicazione delle autorità ai cittadini.

"Il gioco delle anticipazioni non mi piace, c'è qualcosa di torbido", dice Paolo Mieli, commentando gli annunci del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che per "la terza o quarta volta fa un annuncio a tarda sera preceduto da indiscrezioni che danno la rava e la fava" di quello che dirà poi. A questo punto, commenta il giornalista, "lo faccia il mattino dopo". Anche perché, aggiunge, "queste sono cose molto delicate". "Ma cosa dici?- risponde subito Travaglio- Cosa stai dicendo?". E, sempre rivolto a Mieli, chiede: "Ma secondo te è come fare un uovo fare un decreto del presidente del Consiglio?".

A quel punto, il giornalista ribatte: "Te lo spiego cosa sto dicendo". E ricorda, mentre Travaglio scuote la testa: "L'ultima volta è successo questo, che la cosa è stata anticipata nel pomeriggio da qualcuno", da una Regione, "la Lombardia". E, continua Mieli, "visto che questo gioco è la terza o quarta volta che si fa, sarebbe ora di finirla". Il gioco di cui parla il giornalista è, come ribadisce lui stesso, incalzato da Travaglio, che gli chiede ancora di cosa stia parlando, è quello "delle anticipazioni per tutto il pomeriggio", quando "poi di notte arriva la conferenza stampa".

Ma il direttore del Fatto

quotidiano non è d'accordo e spiega: "Non c'è stata nessuna anticipazione. C'è stato semplicemente un numero spropositato di Regioni che ha chiesto una cosa, dopodiché avranno preso una decisione".

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