La stampa di sinistra sostiene che il governo vorrebbe imbavagliarla. Non c'è pericolo, primo perché non è vero, secondo perché anche volendo non si troverebbe il bavaglio, terzo perché quella dei giornalisti è una categoria a cui piace imbavagliarsi da sola o per conto terzi.
Certo, a volte anche a noi capita di trattenerci nell'affondare il coltello nella piaga quando le cose non girano come dovrebbero, lo facciamo non su commissione o per appartenenza ma come atto di fiducia in un futuro migliore. Risultato di tanto sforzo e comprensione? Importanti ministri di questo governo Guido Crosetto e Adolfo Urso procedono a colpi di querela contro i pochi giornali non di sinistra Il Giornale e Il Tempo lamentando presunte inesattezze in articoli che li hanno riguardati.
Non ci spaventiamo, non denunciamo ridicoli e inesistenti bavagli, non mettiamo in dubbio la loro libertà di fare ciò che credono e capiamo pure che l'idea maturata nella loro testa di arrotondare con qualche decina di migliaia di euro (nell'improbabile caso di una vittoria in tribunale) i non faraonici stipendi pubblici possa stuzzicare, del resto ognuno tiene famiglia e magari pure casa da ristrutturare.
Che un governo di destra, attraverso due suoi rappresentanti, provi a estorcere soldi a giornali che per loro, e direi nonostante loro, hanno combattuto e combattono gratis battaglie epocali contro chi li voleva e li vorrebbe morti, è il segno di quanto il potere possa dare alla testa e fare perdere lucidità. Noi procederemo come sempre di testa nostra, sapendo che può capitare di sbagliare, ma ancora più liberi di dire la verità anche quando questa potrebbe apparire sgradevole.
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