Ho l'impressione che lo stato di rivolta, di disordine e di smarrimento che ha caratterizzato questi ultimi anni non solo l'Italia ma anche l'Europa, stia raggiungendo il suo apice, dopo di che verrà violenta la reazione. Un po' come è successo dopo il periodo di terrore nella rivoluzione francese a cui e seguito il Termidoro, in Italia, quando è finito il decennio degli anni di piombo, in Russia quando è stata ammainata la bandiera rossa sulle torri del Cremlino. La gente si sta stancando dell'ignoranza, della disoccupazione, delle promesse economiche che non vengono mantenute, del disordine emotivo, degli amori che non durano, della musica senza armonia, dei no global, dei black bloc, dei dibattiti televisivi in cui i protagonisti urlano e ripetono slogan. E in parallelo cresce il bisogno di persone competenti che spiegano i fenomeni, che fanno proposte razionali. E come segno sintomatico di un mutamento profondo del clima culturale e politico abbiamo avuto due giorni fa la dichiarazione del capo dei Cinque stelle di Maio che, almeno nel governo della cosa pubblica, afferma che «uno non è uguale ad uno» cioè che occorrono delle persone preparate, competenti. Ha aggiunto altre cose sul piano tattico, ma quel che conta è l'affermazione ideologica. Il principio «uno è uguale ad uno» costituisce infatti il fondamento ideologico anarco-comunista del Movimento Cinque stelle come l'ha concepito Gianroberto Casaleggio e portato al successo Beppe Grillo. È il principio sul quale è stato costruita la teoria della democrazia diretta, tutta l'impalcatura e il governo del partito. Esso corrisponde all'idea del plusvalore nel marxismo, alla morte e resurrezione di Gesù Cristo nel Cristianesimo, ne è il fondamento. Ma quando un movimento perde la sua ideologia entra in una crisi terribile, si divide, può spezzarsi o dissolversi.
Ho l'impressione che la stampa e il mondo politico italiano non si siano resi conto un tempo della natura ideologica del grillismo ed ora della gravità della sua crisi, e non hanno capito che può minarne le fondamenta. E che d'ora in poi ogni elezione, anche amministrativa, ogni sconfitta contribuirà ad esacerbarlo.
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