Comunque vada il caso di Shamima Begum verrà ricordato come uno dei paradossi del diritto inglese ed europeo. Nel febbraio del 2019 quando il giornalista Anthony Loyd la ritrova nel campo profughi di al-Hawl Shamima è incinta di nove mesi. Le autorità britanniche potrebbero farla rientrare a Londra e sbatterla in galera. Invece l'allora ministro degli Interni Sajid Jawid decide di toglierle la cittadinanza e lasciarla nel campo di prigionia controllato dai combattenti curdi. Così poche settimane dopo Jarrah, il bimbo innocente messo al mondo da Shamima, muore di polmonite. Dietro la decisione apparentemente inflessibile del ministro degli Interni si cela la consapevolezza di non avere gli strumenti giuridici per garantire un'adeguata pena detentiva a una donna che oltre ad avere voltato le spalle al proprio paese continua a non esprimere alcun evidente pentimento per essersi unita ai terroristi condividendone orrori, crimini ed efferatezze. Ma quella consapevolezza va di pari passo con una rinuncia altrettanto grave. Togliendole la cittadinanza e abbandonandola al proprio destino, Londra rinuncia anche a condannare decine di altri terroristi con cittadinanza inglese catturati in Siria o Irak. Molti di quei terroristi hanno partecipato alle esecuzioni di ostaggi o sono stati complici di stragi e attentati. Lasciandoli in Siria o in Irak l'Inghilterra - ma anche la Francia e altre nazioni - rinunciano non solo a imporre giustizia, ma anche a garantirla ai concittadini vittima del Califfato. Inoltre abbandonandoli in Irak o Siria accettano che dei connazionali complici del terrore vengano giudicati da tribunali dove vigono la pena di morte e regole giuridiche non in linea con quelle europee. Ora però a questi paradossi si aggiunge quello più estremo e vergognoso evidenziato dall'ultimo capitolo della vicenda Shamima. Una corte d'appello, ovvero un'istituzione di quello stato di diritto che nell'incapacità di condannare Shamima l'ha privata della cittadinanza e condannato a morte un bimbo innocente, decide di garantire il rientro della terrorista sul suolo britannico per permetterle di discutere il suo caso davanti a un regolare tribunale. Il risultato è tragicomico. Mentre il neonato Jarrah riposa innocente nella nuda terra siriana, Londra rischia di ritrovarsi costretta dai giudici a mandare un aereo militare per riportare Shamima in patria.
Così i magistrati incapaci d'infliggerle una pena adeguata per i suoi reati riusciranno invece a trasformarla in una vittima, simbolo dell'ingiustizia di Stato. Con buona pace del bimbo Jarrah e della giustizia, sepolti per sempre uno a fianco all'altro.
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