Due partecipanti ai festini di Don Francesco Spagnolesi, il prete della Castellina (Prato) arrestato per traffico internazionale di droga e appropriazione indebita, sono risultati sieropositivi. Secondo quanto si apprende da una nota della procura, rilanciata dal Corriere Fiorentino, ora il parroco è indagato anche per tentate lesioni gravissime.
Sieropositivi ai festini hot del prete
Si aggrava la posizione di Don Francesco Spagnolesi che, lo scorso martedì, è finito in manette per traffico internazionale di droga e appropriazione indebita. Alcuni dei partecipanti ai festini hot - due persone, per l'esattezza - sono risultate sieropositive. A fronte delle evidenze raccolte, la procura ha formulato l'ipotesi di reato per tentate lesioni gravissime in relazione alla sieropositività del prete. Nello specifico, gli inquirenti ritengono che Don Spagnolesi non abbia informato i partner sessuali con cui si intratteneva durante i "rave casalinghi" della sua malattia.
A farne le spese, secondo chi indaga, potrebbe esser stato in primis il compagno del prete, Alessio Regina, anche lui finito in manette (ai domiciliari) per spaccio e traffico di droga. Nella giornata di ieri, Regina è stato sottoposto all'esame dell' HIV, nei prossimi giorni sono attesi i risultati del test.
Cosa rischia Don Spagnolesi
Dall'interrogatorio di garanzia a cui è stato sottoposto Don Spagnolesi lo scorso venerdì, è emerso che ai festini partecipassero "con regolarità" tra le 20 e le 30 persone. L'ex parroco - già sollevato dall'incarico - aveva raccontato agli inquirenti di aver avuto rapporti sessuali protetti coi suoi partner oltre a "tenere sotto controllo la propria carica virale". Ma alcuni dei 15 testimoni ascoltati in procura avrebbero smentito questa circostanza.
Affinché si configuri il reato di tentate lesioni gravissime, per la giurisprudenza italiana, è necessario che la persona affetta dalla malattia sessualmente trasmissibile sia conscia della propria condizione. E nel caso di Don Spagnolesi c'è una diagnosi di sieropositività. Ora, il nodo da sciogliere è un altro: il prete aveva informato anche i suoi partner? "La sieropositività di don Francesco era un fatto noto.
Il punto — commenta uno dei suoi avvocati, Federico Febbo al Corriere della Sera — è che per quest’accusa ci vogliono due presupposti, che la persona non abbia seguito le terapie e che quindi fosse contagiosa, oltre che abbia avuto rapporti non protetti".
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