Un busto del Duce intagliato nel castagno, lungo una strada di montagna nelle Prealpi lombarde. È questo l'oggetto della discordia che fa litigare la sezione sondriese dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia e Antonio Mario Cavazzi, ex minatore valtellinese, scultore dilettante e ovviamente fascistissimo.
La storia, raccontata dall'edizione locale del Giorno, è semplice: due anni fa Cavazzi ha abbattuto un castagno e nel cavo del tronco ha intagliato un busto di Mussolini con tanto di divisa ed elmetto. Quindi lo ha adornato con scritte inneggianti al fascismo (per la verità vergate anche in dialetto locale) e fiori.
L'omaggio al Duce, però, non è piaciuto alla sezione locale dell'Anpi, che con una lettera al sindaco di Teglio - questo il Comune sul cui territorio è stata installata la scultura - ha chiesto l'immediata rimozione del manufatto "artigianalmente confezionato, con scritte che esaltano la memoria di Benito Mussolini, dunque del fascismo e di chi lo ha ideato e rappresentato per un ventennio rivelatosi disastroso per l’Italia".
Fra le proteste contro la statua di Mussolini, tra l'altro, anche le rimostranze di chi sosteneva che la scultura potesse costituire un pericolo per la viabilità, con gli automobilisti pronti a fermarsi, incuriositi.
Tuttavia lo scoro 14 apriele la prefettura di Sondrio ha fatto sapere che "dopo un sopralluogo della Polizia Stradale, con la collaborazione della Digos della questura, non sono emerse violazioni di carattere amministrativo nè situazioni di pericolo per la circolazione stradale.
" La scultura, pertanto, resterà dov'è.E Cavazzi può così esultare: "Un omaggio al Duce che oggi non approverebbe questa invasione di migranti, la maggior parte dei quali non fugge da guerre o carestie. Benito è risorto."
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