Stupro di Rimini, i marocchini arrestati: "L'abbiamo fatta grossa"

Il carabiniere che ha messo le manette ai due minori racconta cosa è successo in caserma quando si sono costituiti

Stupro di Rimini, i marocchini arrestati: "L'abbiamo fatta grossa"

Con il passare dei giorni emergono sempre maggiori dettagli sullo stupro di Rimini. Ora il maresciallo maggiore dei carabinieri Angiolo Giabbani racconta cosa è successo quando i due fratelli marocchini si sono costituiti.

In un'intervista rilasciata a Il Tempo, il militare riporta la frase con cui i due minorenni hanno esordito una volta entrati nella stazione dei carabinieri per consegnarsi. "L'abbiamo fatta grossa, vogliamo parlare dello stupro", avrebbero detto. Giabbani ha raccontato che la prima persona a mettersi in contatto con le forze dell'ordine è stato il padre dei ragazzi e aggiunge che i due "erano sicuramente consapevoli di aver commesso qualcosa di molto grave e che comunque, di lì a poco, qualcuno avrebbe bussato alla loro porta. Sapevano che eravamo già in grado di riconoscerli. Anche perché il padre è agli arresti domiciliari per reati contro il patrimonio e dunque è soggetto a controlli frequenti in casa".

Il militare spiega poi maggiori dettagli sulla vita e la famiglia dei due. "Sono ragazzi di seconda generazione, nati in Italia e integrati. Il padre, dopo essere entrato irregolarmente nel nostro Paese, ha sanato la sua posizione.

La mamma si arrangia lavorando come donna delle pulizie e hanno una sorella più piccola". Secondo quanto raccontato da Giabbani, i due marocchini avrebbero una personalità molto forte che farebbe prevalere le loro decisioni sul gruppo di amici.,

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