Dei risarcimenti nemmeno l'ombra. Dopo due mesi dal caso Tari il sistema per gli indennizzi è ancora fermo. Come riporta il Sole 24 Ore è giunto il momento di fare un po' di chiarezza su questa vicenda. Dopo i dibattiti e le denunce delle associazioni dei consumatori ecco quali sono ad oggi i punti fermi. Il Ministero delle Finanza ha dato già il via libera ai rimborsi, i sindaci hanno anche dato la loro disponibilità annunciando inoltre la possibilità di rimborsi automatici. In questo quadro mancano soltanto i soldi. E cosa ha bloccato dunque gli indennizzi? Nessuno ha ancora definito la procedura per calcolare i rimborsi e soprattutto su come possano essere finanziate le somme da restituire ai contribuenti. Di fatto le risorse incassate col pagamento della Tari vengono usate per finanziare il servizio. E lo stesso servizio non può essere finanziato con altri fondi. Tradotto: solo col pagamento della tassa si finanzia il costo del servizio e dunque per pagare i rimborsi, beffa delle beffe, bisognerebbe chiedere le risorse ai contribuenti. A questo punto l'unica soluzione che potrebbe essere applicata è quella di un conguaglio, ovvero togliere dai futuri cedolini la somma su cui si ha diritto al rimborso.
L'indennizzo automatico di fatto è impossibile perché i le amministrazioni comunali non avrebbero l'opportunità di collegare le abitazioni con le pertinenze che hanno una classificazione catastale autonoma. Per sciogliere il nodo sarebbe necessaria una legge transitoria che permetta ai Comuni di rimborsare i contribuenti con risorse del bilancio. Intanto chi ha pagato di più aspetta ancora...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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